Si è tenuta in piazza Enzo Fregosi a Tassonarla di Tresana la XX° commemorazione dell’attentato di Nassiriya nel quale, il 12 novembre 2003 un camion carico di esplosivi si schiantò sulla base Maestrale, uno dei quartier generali del contingente italiano, nel sud dell’Iraq. Nell’attentato morirono 28 persone: 19 cittadini italiani e 9 iracheni.
Il carabiniere Andrea Filippa, che quel giorno era di guardia all’entrata, riuscì ad abbattere uno dei due terroristi, ma il camion continuò nella sua corsa. A quel punto arrivò l’esplosione, che fece saltare in aria il deposito munizioni. La base Maestrale venne ridotta ad uno scheletro di cemento, l’altra sede, Libeccio, che si trovava solo a poche centinaia di metri dalla prima, venne danneggiata. Fu il più grave attacco subito dall’esercito italiano dalla fine della Seconda guerra mondiale. Per questo il Sindaco di Tresana Matteo Mastrini ha fortemente voluto organizzare, come ogni anno e con la collaborazione di Giuliano Morelli, Vicepresidente della sezione di Aulla dell’Associazione Nazionale Carabinieri, una giornata in ricordo di Enzo Fregosi, originario di Tresana, fra le vittime dell’attentato di Nassiriya.
Hanno raggiunto il luogo delle celebrazioni la vedova Paola Coen Gialli e i figli: “Enzo amava questi luoghi – ha detto nel corso del suo intervento – e per noi ritornare e vedere l’affetto che tanti amici nutrono ancora nei suoi confronti è ripercorrere con la memoria ad anni meravigliosi. Ringrazio l’Amministrazione comunale e l’ANC per aver voluto questa giornata”. Nel corso del suo intervento il Sindaco Matteo Mastrini si è rivolto alle autorità civili e militari, oltre che ai parlamentari, chiedendo la medaglia d’oro al valor militare per Fregosi e le vittime del contingente italiano: “So come sia necessaria una modifica della legge: sono speranzoso che questa onorificenza possa essere concessa. I i militari caduti quel giorno sono eroi perchè, sapendo di poter morire da un momento all’altro, sono rimasti fino alla fine al loro posto, nonostante tutti gli avvertimenti arrivati in quei giorni. Per tornare a casa dai suoi familiari a Enzo Fregosi mancavano solo tre giorni: ciò senza dimenticare che era una missione di peacekeeping, organizzata per portare libertà, pace e democrazia in un territorio martoriato”.
(Foto di Federico Spediacci – Gruppo Fotoamatori Tresana)