venerdì 18 Aprile 2025

Immigrazione in Toscana: oltre mezzo milione di residenti ha origini straniere

Chi vive oggi in Toscana proviene da ogni angolo del mondo: sono 424.000 i cittadini stranieri regolarmente residenti, pari all’11,6% della popolazione. Una percentuale che supera di gran lunga la media nazionale ferma all’8,9%. Se si aggiungono i 146.000 cittadini di origine straniera che hanno ottenuto la cittadinanza italiana, il totale dei residenti con un background migratorio sale a 570.000, ovvero il 15,6% dei 3,7 milioni di abitanti della regione.

È quanto emerge dal Rapporto 2024 sull’immigrazione in Toscana, presentato oggi presso la sede della Presidenza della Regione e redatto dall’Osservatorio sociale regionale. Il documento, come ogni anno, analizza dati, tendenze e politiche per comprendere come si trasforma il volto sociale della regione.

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Secondo quanto illustrato dal presidente della Regione, Eugenio Giani, la Toscana ha affrontato le emergenze migratorie all’interno di un panorama nazionale instabile, ma ha saputo reagire in modo coeso. “Abbiamo scelto la strada dell’integrazione – ha dichiarato – assicurando accesso all’istruzione, alla salute, al lavoro e all’alloggio. Le nostre politiche sono parte integrante del welfare territoriale, e il modello toscano di accoglienza diffusa si è dimostrato efficace”.

Il peso demografico dell’immigrazione è destinato a crescere: già oggi il 18% dei nati in Toscana è figlio di genitori stranieri e un matrimonio su quattro coinvolge almeno un cittadino non italiano. Se il trend continuerà, nei prossimi 35 anni il numero di residenti con origini straniere potrebbe toccare il milione, compensando in parte il calo demografico: senza immigrazione, la Toscana perderebbe 1,4 milioni di abitanti entro il 2060; con l’immigrazione, la perdita stimata scende a circa 400.000.

Chi sono gli stranieri che vivono in Toscana? Il 46,5% è europeo (la metà da Paesi UE), il 30,5% asiatico, il 16,5% africano e il 6,5% americano. Tra i richiedenti asilo, circa 10.200 persone, l’ospitalità è garantita principalmente tramite il sistema Cas (8.300 persone) e in parte nelle strutture Sai, che accolgono il 18%. I posti totali disponibili sono aumentati fino a 1.874, di cui l’80% destinati all’accoglienza ordinaria. Cresce anche la componente femminile, che oggi rappresenta il 15% degli ospiti.

La provincia con il maggior numero di persone accolte in strutture di prima accoglienza è Firenze (2.062), seguita da Siena (1.123) e Pisa (976). Dal 2020 al 2024 sono state presentate quasi 25.000 domande di protezione internazionale, con 1.690 casi di riconoscimento dello status di rifugiato.

La Toscana si conferma dunque una delle regioni più impegnate sul fronte dell’inclusione. Gli assessori regionali Serena Spinelli e Stefano Ciuoffo ribadiscono l’intenzione di rafforzare il sistema integrato per l’inserimento lavorativo e sociale, con una particolare attenzione alla formazione civica e linguistica. “Le nostre politiche – dichiarano – sono pensate per costruire parità sostanziale tra italiani e stranieri, senza lasciare indietro nessuno. I migranti non sono numeri, ma persone con storie, diritti e bisogni reali”.

Nel commentare il Rapporto, Ciuoffo ha sottolineato come la Toscana affronti la sfida migratoria con strumenti concreti e visione strategica, facendo leva sulle reti locali e sul ruolo cruciale del Terzo Settore. “In tempi in cui c’è chi soffia sul fuoco della paura, noi scegliamo la strada della responsabilità e della coesione. L’immigrazione non è un problema, ma una realtà da governare con intelligenza e umanità”.

Un messaggio che trova eco anche nelle parole di Serena Spinelli: “Il fenomeno migratorio è strutturale. Noi rispondiamo con servizi, azioni concrete e politiche che mettono al centro le persone. Questo Rapporto è una bussola per continuare a costruire un welfare giusto, plurale, capace di includere”.

La Toscana, insomma, non alza muri, ma costruisce ponti. E lo fa nel rispetto della sua tradizione democratica, della dignità umana e della vocazione all’accoglienza che la contraddistingue.

Redazione
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