A seguito della pubblicazione della norma del Disegno di Legge per il Bilancio dello Stato 2025, l’Associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio ALEA pubblica e chiede di sottoscrivere il suo appello. Perché. Anzitutto – scrive – perché il testo (la legge) prevede un’operazione duale: da una parte sopprimere il fondo vincolato per gli interventi di prevenzione, cura e riabilitazione; dall’altra abrogare la norma e l’organismo “Osservatorio per il contrasto al gioco d’azzardo e alla dipendenza grave”. «Si tratta di un’operazione grave e dalle prevedibili negative conseguenze», che – come viene spiegato al sito – annullerebbe gli effetti delle precedenti politiche socio-sanitarie intraprese. Lungo l’excursus in proposito a spiegare al grande pubblico (e agli addetti ai lavori) cosa significherebbe smantellare ora l’architettura istituzionale presente, quale crisi si produrrebbe.
«Abolendo l’osservatorio si obliterano metodologia e procedure codificate per le programmazioni regionali rivolte a rendere effettiva la disponibilità di Livelli Essenziali di Assistenza per trattare il Disturbo da Gioco d’Azzardo. Dal Decreto Balduzzi e dal DPCM sui LEA (nel loro articolo ben ripercorsi) si è via via accumulata la necessaria esperienza per aiutare i servizi a conseguire lo standard di qualità necessario. L’Osservatorio ha messo a disposizione le visioni scientifiche più aggiornate, che tra l’altro sono valse a separare gli approcci competenti da altre modalità non omogenee al quadro istituzionale del SSN. Il rischio concreto è dunque quello di vanificare il lavoro di questi anni, riportando in alto mare le politiche sociosanitarie che faticosamente si sono implementate nelle ASL, nei Comuni e nelle Regioni. L’Osservatorio ha realizzato, in definitiva, la necessaria reductio ad unum di una grande questione della Salute pubblica, svolgendo con rigore la funzione di organismo consultivo del ministro della Salute».
Nel procedere, ALEA non manca di sottolineare la crescita anche economica del gioco d’azzardo che porterebbe allo Stato oltre 160 miliardi, di contro ai 147,5 del 2023, oltre al più generale rapporto (d’ambiguità) tra Ministero dell’Economia e Ministero della Salute. «Con la soppressione del Fondo dedicato agli interventi sul DGA si declassa una priorità nazionale (il boom delle dipendenze da azzardo) proprio mentre, dall’altro lato, prosegue la crescita esponenziale dei numeri “lordi” (150-160 miliardi di flusso di giocate) e si moltiplicano le denunce dei rischi correlati per la singola persona, per la famiglia, per la società e per l’economia produttiva».
Che fare. «L’Associazione scientifica Alea invita tutto il vasto e qualificato ambiente di operatori, di professionisti, di società scientifiche, dell’associazionismo non profit, delle accademie a far pervenire al Legislativo e all’Esecutivo la voce competente, seria, impegnata e soprattutto rivolta a indurre le Istituzioni a decisioni, queste sì, responsabili: nell’interesse pubblico, della Salute e della integrità della persona. Infine, Alea fa appello alla responsabilità dei 120 parlamentari che nel 2014 avevano dato vita a un “Intergruppo di deputati e senatori di ogni schieramento” per contenere l’ascesa del gioco d’azzardo e delle patologie correlate. Seppure in fase di ricostituzione tale intergruppo, non di meno gli esponenti politici che lo avevano a suo tempo formato hanno contratto un debito d’onore verso gli italiani tutti e ancor più verso le famiglie in sofferenza per le patologie indotte dalla irresistibile espansione del gioco d’azzardo, comunque aggettivato come “legale” o criminale». Che fare, immediatamente: firmare, diffondere, sottoscrivere.