Sarà trasmesso da domenica prossima 6 ottobre il primo programma tv di Valentina Leporati, celiaca specializzata nella cucina senza glutine. In onda su Food Network ogni domenica alle ore 10, canale 33, “Il sorriso in cucina” è l’ultima invenzione della food creator che con orgoglio possiamo definire locale.
Il tuo profilo conta 127mila follower quindi sembra strano chiedertelo, ma raccontaci di te. «Io sono nata nel 1988 alla Spezia e nell’89 mi è stata diagnosticata la celiachia dopo diverse diagnosi sbagliate. Al tempo, questa malattia non si conosceva bene nemmeno nel settore medico, era definita “rara” mentre oggi è “malattia cronica”. Non era facile. Nell’età infantile l’ho vissuta bene perché non mi rendevo conto delle difficoltà, si occupavano di tutto i miei genitori, i miei nonni, posso dire: non vivevo il problema sulla mia pelle. Mi accorgevo, certo, della mia diversità, ma non in modo pesante. I problemi veri sono nati durante l’adolescenza» (come del resto spesso accade).
«Sai, da adolescente la vita sociale si intensifica quindi la celiachia arriva, bussa alle spalle. Ti dice: Tu determinate cose non le puoi fare o comunque le devi fare in modo differente». E parliamo di cose semplici come gite, sport, cene. «Erano situazioni in cui ero costretta a far presente la mia necessità, diversità e non era facile, all’epoca, trovare opzioni senza glutine. Se l’età adolescenziale è difficile già di per sé, con l’aggiunta di questo ostacolo diventava molto opprimente. Io ho fatto la scelta peggiore che potessi fare: evitare in toto le situazioni sociali. Fino a 18 anni ho evitato tutto ciò che avrebbe potuto mettermi in quella condizione».
E poi? Che succede? «Poi mi sono accorta di aver perso un’enorme fetta di vita ed esperienza, ho deciso che era il momento di cambiare e a partire soprattutto da me. La celiachia non doveva più essere un ostacolo, ma la mia particolarità. Cambiare il punto di vista mi ha permesso di cambiare totalmente». Di attuare, potremmo dire oggi, la trasformazione. Valentina, ci dice, ha smesso di essere celiaca per essere anche celiaca: capelli rossi, occhi verdi, celiaca e, naturalmente, molte altre cose. «Da allora anche le cose e le persone attorno a me sono cambiate. Non ho più visto la tipica pena, ma curiosità e domande: tutti volevano capire come gestire la situazione nel momento in cui si fossero trovati in giro con me. Mi sono tatuata una spiga barrata sulla spalla destra. Ho iniziato la mia rivoluzione gentile».
Valentina ha iniziato a descrivere la celiachia alle persone, ha iniziato a cucinare “senza glutine”. «Volevo capire, imparare a fare: ho iniziato a studiare». Poi un momento molto intenso, negativamente: «Mi sono trovata senza lavoro, l’unica cosa che sapevo fare era cucinare, mi sono detta: posso usare questo talento per metterlo a servizio degli altri, per aiutare chi come me non trovava mai opzioni, ho creato Valentina Gluten Free, il mio forno pasticceria nel centro di Sarzana. Il mio luogo per donare sorrisi agli altri e a me».
«Da subito è stata una bellissima avventura, con grande risonanza ed interesse. Credo di essere stata la prima, nello spezzino e forse anche in Liguria, ad aprire un forno completamente gluten free e a parlarne sui social, a tantissime persone. Il mio tono è sempre stato professionale, attento, informato. La mia secchionaggine viene fuori anche in questo senso. Io devo sapere bene le cose prima di parlarne. Ho interrogato molti medici specializzati sull’argomento. Ho iniziato a raccontare la mia storia, poco più di questo e questo ha attirato interesse di giornali, radio, media, tv. Il programma fa parte di questo percorso».
“Il sorriso in cucina” è il suo primo programma tv. Prima diverse partecipazioni come, tra le altre, a “È sempre mezzogiorno” o “Detto fatto”. Valentina dice: «Ho sempre cercato di portare la cucina senza glutine al grande pubblico, in ogni modo. La tv l’avevo già bazzicata, ma questa esperienza sarà completamente diversa: è il mio programma, sono io. Sono io che porto le persone nel mio mondo in un modo gentile, delicato. Io non parlo di cucina senza glutine ma di cucina senza glutine attraverso un ingrediente, uno soltanto: il riso. Ci stupiremo vedendo quanta meraviglia si può creare a partire da un ingrediente così semplice, a portata di tutti, inclusivo». Quindi saranno risotti, timballi, pastiere e – per un respiro internazionale – brownies, hummus ed altro. Molte ricette per sei puntate a base di riso, tipi diversi di riso.
Cosa significa per te, questo momento? «Beh, è fantastico. Arrivare nelle case di tantissimi italiani in punta di piedi, presentandomi e portando un concetto semplicissimo, l’idea di un menù accessibile, inclusivo, è qualcosa a cui tengo molto. Nel tempo sono diventata consapevole di avere un ruolo, un ruolo che porta con sé onori e doveri, mi sento molto responsabile di quello che dico, di quello che faccio, di come mi muovo, sui social e al di fuori, posso essere utile e devo farlo nel migliore dei modi – lo so, me lo ripeto».
Valentina è stata anche in Senato, le chiediamo quali passi avanti sono stati fatti – per la celiachia – nel tempo, ci dice: «Beh, moltissimi. Quando io ero piccola la spesa si faceva in farmacia, era difficile poter mangiar fuori, oggi facciamo la spesa al supermercato. Sembra una banalità ma è qualcosa di enorme. Io, la prima volta che ho potuto comprare come gli altri, ho pianto. Oggi ci sono tanti ristoranti attenti alle nostre esigenze». Oggi c’è buona ‘copertura’, attenzione, diciamo. «Certo, si può ancora migliorare, diffondere e sensibilizzare sempre meglio. Ridurre il rischio di inceppare in domande tipo: Quale grado di celiachia hai? Sembra uno scherzo, ma succede spesso. Mesi fa sono stata in Senato, dove ho portato le richieste mie e della mia community, richieste diverse e di vario tipo. Da una regolamentazione più efficace per l’intero settore alimentare al controllo di conoscenze e preparazione in merito, dall’accesso ai concorsi delle forze armate (che ancora non abbiamo) all’annullamento della disparità del bonus celiaci tra uomo e donna – noi donne, sì, siamo sempre in difetto. Le richieste sono davvero molte e chiunque abbia una luce deve farsene carico. Tante piccole voci possono diventare richiesta gigantesca che forse potrà, potrebbe, ottenere ascolto».
Ultima domanda, tu hai scelto Sarzana, hai scelto di rimanere nel nostro territorio: «Sì, è una scelta che ho fatto ormai più di dodici anni fa. Io amo Sarzana, per me ha una dimensione ideale, è il luogo perfetto. È città piccola in cui tutti ci conosciamo, eppure città con energia creativa che non esiste altrove. Per me è un grande stimolo. Sono sicura, il mio spazio Gluten Free non poteva nascere in nessun altro posto».