Costernazione e inviti alla prudenza. Sono le parole del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano dopo che, nella giornata di sabato, un vasto incendio ha mandato a fuoco quasi 28 ettari (stima provvisoria) di praterie di alta quota, un habitat di particolare valore naturalistico e inserito nelle Zone speciali di conservazione della Rete Natura 2000. Si tratta della rete ecologica europea che intende preservare a lungo termine gli habitat naturali e le specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario e, ovviamente, compresi nel perimetro del Parco nazionale dell’Appennino.
“Quello accaduto è uno dei più vasti incendi degli ultimi decenni sul Cusna – spiega Giuseppe Vignali, direttore del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano – in un area dalla morfologia complessa, lungo il versante destro della valle dell’Ozola, a ridosso del crinale del Monte Cusna, nella quale si sovrappongono ghiaioni ripidi a praterie con graminacee e brughiera con mirtilli, salici e ginepri nani”.
L’incendio si è sviluppato poco dopo le ore 16 a quota 1800 metri sopra Costa delle Veline, in Comune di Ventasso (Ligonchio), nel presso del sentiero 623, il sentiero che sale al Battisti, all’incrocio col 627 che sale verso il Cusna. “Un innesco da un luogo non casuale, ma per ora non è prematuro stabilire le cause che comunque certamente non sono naturali. Siamo proprio al limitare di un bellissimo bosco di faggio, tra quelli di maggior pregio del nostro Parco – prosegue il direttore Vignali – ma il vento forte che spirava da Sud Ovest ha spinto l’incendio verso la vetta del Cusna dove è arrivato in poche ore, con le fiamme che hanno letteralmente saltato macchie di neve e cordoni rocciosi”.
“Desideriamo ringraziare l’intervento dei Vigili del Fuoco, nella mattinata di oggi ancora impegnati con lanci d’acqua prelevati dal bacino a servizio della Centrale idroelettrica di Ligonchio e che intendono scongiurare che il fuoco possa riavviarsi interessando anche la parte forestale, del Saer e dei nostri Carabinieri forestali che stanno presidiando la zona e cui competeranno le indagini – conclude Vignali -. Come Parco nazionale dobbiamo evidenziare che la combinazione tra una frequentazione sempre più intensa delle nostre montagne e il cambiamento climatico in atto che purtroppo ci riserva intensi periodi di siccità, crea situazioni di grave pericolo. Da qui il nostro invito a essere estremamente prudenti: può bastare davvero poco a innescare incendi dalle conseguenze disastrose. Di solito in questo periodo dell’anno il Cusna era bianco e completamente innevato, invece, ora lo vediamo nero e bruciacchiato. È un’immagine triste che ci ricorda che i tempi sono cambiati e che dobbiamo aumentare molto la nostra attenzione verso pericoli nuovi che solo qualche decennio fa non esistevano”