La statale per il Cerreto, la provinciale 35 per Filattiera-Mulazzo, la provinciale 60 per Moncigoli e la via comunale di Corneda tra Tresana ed Aulla e la strada per la Foce sono le strade a più alta pericolosità dove gli automobilisti hanno più probabilità di incontrare un cinghiale. A dirlo è un’analisi di Coldiretti sulla base della segnalazione degli agricoltori in provincia di Massa Carrara all’indomani del flashmob che si è tenuto in Piazza Duomo a Firenze al motto #bastacinghiali.
Coldiretti è stata costretta a scendere di nuovo in piazza per difendere agricoltori e cittadini dall’assedio dei cinghiali che distruggono le produzioni alimentari, devastano raccolti, assediano campi, causano incidenti stradali con morti e feriti e si spingono fino all’interno dei centri urbani dove razzolano tra i rifiuti con pericoli per la salute e la sicurezza delle persone. In piazza al fianco di Coldiretti anche il Comune di Licciana Nardi rappresentato dal consigliere di Licciana Nardi, Damiano Polloni.
Con l’emergenza Covid che ha ridotto per mesi la presenza dell’uomo all’aperto la presenza dei cinghiali nelle città e nelle campagna è aumentata del 15%. I cinghiali sono la causa di 1 incidente ogni 48 ore. Negli ultimi dieci anni il numero di incidenti gravi con morti e feriti causati da animali è praticamente raddoppiato (+81%) sulle strade provinciali secondo la stima Coldiretti su dati Aci Istat. “La riparazione delle recinzioni danneggiate o l’installazione provvisoria di reti elettrificate servono a poco o a nulla – spiega Vincenzo Tongiani di Coldiretti – mentre l’impatto ad alta velocità di un’auto o di una moto contro la massa di un cinghiale adulto può avere conseguenze devastanti e drammatiche per conducenti e passeggeri. Quelle dell’alba e del crepuscolo sono le ore più a rischio, con i branchi di cinghiali che si muovono razziando cibo nelle periferie urbane o distruggendo campi e colture, riuscendo a percorrere fino a 40 chilometri alla volta. Nella nostra provincia sono diverse le situazioni a forte pericolosità che abbiamo segnalato. Non può essere solo una questione di fortuna”.
La Giunta della Regione Toscana ha già deliberato, in linea con le legittime istanze degli agricoltori rappresentate in maniera pressante in tutte le sedi da Coldiretti Toscana, dando la possibilità agli agricoltori – in applicazione dell’articolo 37 della norma regionale – di intervenire direttamente, con il coordinamento della Polizia Provinciale. Un atto importante e unico che, però, necessita di atti procedurali utili – aggiunge Coldiretti Toscana – alla efficacia effettiva del provvedimento regionale, anche attraverso un confronto serrato con le Polizie provinciali. Oltre ai rilevanti danni alle colture, è ingente l’impatto negativo – insiste Coldiretti – sulla biodiversità e sull’ambiente in generale, parallelamente al ripetersi degli incidenti stradali dovuti ad animali, in molti casi drammatici o mortali.
Coldiretti Massa Carrara chiede che le Regione, che ha già autorizzato l’intervento diretto degli agricoltori con il coordinamento della Polizia provinciale, faccia pressing in Conferenza Stato Regioni, per una necessaria modifica della norma statale volta a semplificare e rafforzare gli interventi di controllo e contenimento della specie; un impegno da adottare a livello regionale per regolamentare l’attività di prelievo venatorio; gli agricoltori vengano coadiuvati dalle stesse forze dell’ordine, da guardie venatorie volontarie ma possano delegare le attività a cacciatori abilitati iscritti all’apposito registro regionale; il calendario venatorio venga allargato fino a comprendere i mesi che vanno da settembre a gennaio; che la regia complessiva di tali azioni di contenimento e prelievo sia affidata al Prefetto in quanto “competente e per la tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza.
“Ringraziamo le amministrazioni locali ed i rappresentanti del territorio che hanno partecipato insieme a noi alla manifestazione. – conclude Tongiani – Era importante evidenziare che l’emergenza cinghiali non riguarda solo e soltanto l’agricoltura, ma tutta la comunità. Ora ci aspettiamo un altro passo verso la svolta”.