Si è concluso il ciclo di incontri del progetto “Ri-Usciamo”, organizzato dal Centro polivalente Icaro di Costamala di Licciana Nardi, gestito dalla Società della Salute della Lunigiana.
Il progetto era stato proposto dagli educatori del Centro, i quali lavorano per la cooperativa sociale Auroradomus, alla direzione didattica di Aulla e questo si è dipanato in undici incontri, uno per classe, svoltisi in esterno in modo da rispettare le disposizioni anti covid-19.
I bambini delle elementari aullesi sono stati accompagnati dagli educatori del Centro e dalle maestre in una passeggiata dalla scuola al parco della fortezza della Brunella.
Il percorso ha permesso la sperimentazione della riattivazione di sensi e percezioni legati all’ambiente boschivo, ai suoni e ai profumi.
Gli educatori hanno introdotto nel tragitto elementi fantastici, al fine di stimolare la fantasia e l’immaginazione, poi sviluppati con letture animate, performance teatrali e laboratori creativi negli spazi della fortezza e del parco.
Così i bambini, stimolati dalle favole, sono riusciti a immaginare, raccogliersi, riconoscersi, battere il tempo e mettersi in gioco, attraverso il mezzo ludico ed espressivo, nel rispetto delle regole e del gruppo.
Tutto questo anche tramite l’intervento di esperti esterni, che hanno collaborato col Centro polivalente Icaro per la realizzazione del progetto: il maestro Alessandro Piccioli, che ha fatto provare ai bambini l’esperienza delle percussioni, e gli attori Guglielmo Perez e Alberto Vassale dell’associazione culturale Mirpò, che hanno permesso ai ragazzi di improvvisarsi attori.
Le storie, liberamente ispirate ai Malfatti, Pezzettino, il Gruffalò e i Musicanti di Brema, sono state raccontate dagli educatori e seguite da laboratori tematici.
Un grande plauso viene, quindi, rivolto dagli educatori del Centro ai bambini per il loro impegno e per i loro elaborati.
E un ringraziamento particolare va al Comune di Aulla per il supporto logistico e l’utilizzo dei locali.
Con l’auspicio che la collaborazione prosegua, anche perché gli educatori hanno già in testa tante altre storie…