Ancora operai licenziati. Sembra non avere pace l’estate di molti lavoratori italiani e delle loro famiglie. Un terremoto destinato ad espandersi lungo tutto il Paese, scatenando la rabbia dei collettivi di fabbrica e delle associazioni di categoria.
A Napoli, se tutto va male, domani perderanno il posto 340 operai della Whirpool, un licenziamento massivo contro cui il ministero non ha potuto fare nulla.
I sindacati sono già sul piede di guerra, mentre i lavoratori stessi hanno deciso di raggiungere il carcere di Santa Maria Capua a Vetere dove oggi si trova in visita il presidente del consiglio Mario Draghi.
La vice ministra Alessandra Todde ha riferito in merito alla questione: “I sindacati hanno comunicato di essere pronti a considerare la possibilità della chiusura dello stabilimento da parte di Whirlpool, cosa che in passato non era mai avvenuta. Proprio per questo si è chiesto all’azienda di accettare la proroga della cig di ulteriori 13 settimane, cosa che non significa allungare il brodo, ma dare la possibilità ad un percorso di rilancio, portato avanti da noi e invitalia, di prendere forma, con un piano industriale alternativo e solido, fondamentale per non impoverire ulteriormente il territorio di Napoli garantendo la salvaguardia occupazionale”.
“Richiamiamo l’azienda alle sue responsabilità. L’avvio della procedura di licenziamento interrompe il dialogo. E’ necessario utilizzare tutti ammortizzatori sociali necessari, rispettando così l’avviso comune siglato da Cgil- Cisl- Uil. Per quanto ci riguarda se Whirlpool mette in campo azioni offensive, sarà guerra”. Lo dichiara Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom-Cgil partecipando al tavolo sulla vertenza Whirlpool. “La narrazione che siete stati buoni e avete portato pazienza, ce la potevate risparmiare. Per 26 mesi non abbiamo preso tempo come dice La Morgia, abbiamo lottato per tenere aperto lo stabilimento di Napoli. Whirlpool in questi 26 mesi ha triplicato i profitti realizzando 5 milioni di prodotti”, spiega. “Le lavoratrici e i lavoratori hanno tenuto aperto lo stabilimento di Napoli e ciò ha permesso a Whirlpool di guadagnare di più nonostante la pandemia”, conclude.
Al termine dell’incontro col governo, Whirpool ha invece dichiarato: “A causa del forte calo della domanda della lavatrici prodotte a Napoli lo stabilimento è diventato insostenibile per Whirlpool. Per questo motivo, più di due anni fa l’azienda ha iniziato a discutere di potenziali scenari di transizione e a lavorare con i sindacati e gli stakeholder istituzionali – sia nazionali che locali – al fine di minimizzare l’impatto legato all’uscita di Whirlpool dallo stabilimento di Napoli. Non essendo emersa nessuna alternativa, il 31 ottobre 2020 è stata cessata la produzione nel sito”.
La situazione è in continua evoluzione, staremo a vedere quello che succede. Non vogliamo un altro caso GKN.