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USA, l’inflazione rallenta

I dati americani sono incoraggianti e incidono sui mercati ben più che le elezioni di mid term. Mentre il rimbalzo dell’azionario prosegue senza sosta. Soffre invece il mondo delle criptovalute, sconvolto dal crack della piattaforma Ftx

Le elezioni americane di mid term hanno evidenziato un sostanziale pareggio.

Per i Dem, la “non sconfitta” potrebbe preludere a una ricandidatura di Joe Biden, intenzionato a correre per il secondo mandato a 82 anni. Un’eventualità che non darebbe certezze all’economia americana, rassicurata invece dal “pareggio” elettorale che limita cambiamenti bruschi.

La vera buona notizia dagli Usa è l’allentamento della spirale inflattiva.

I problemi su questo fronte erano stati spinti da un clamoroso errore nella compilazione dei dati di settembre che non comprendevano il costo delle polizze assicurative.

Superato questo misunderstanding, e con il calo delle materie prime e dalla stabilizzazione del prezzo del petrolio, è probabile che l’inflazione americana si calmi, e che a breve torni intorno il 3%. Un trend possibile in Europa, anche se meno agevole per i problemi energetici. E’ difficile che le tariffe tornino ai livelli pre-bellici, ma un’ulteriore diminuzione dei prezzi potrebbe far scendere anche i prezzi di altri sistemi di riscaldamento, come, ad esempio, il pellet, ormai uno dei combustibili più cari.

La Gran Bretagna, intanto, è entrata in stagflazione. Londra ha problemi serissimi: inflazione al 10%, una situazione sul mercato del lavoro non esaltante e i problemi del post Brexit.

Un contesto simile potrebbe estendersi l’anno prossimo all’UE, specialmente a Italia e Germania, che rischiano un 2023 a crescita zero (o negativa) e un’inflazione ferma al 5%-6%. Con l’aggravante delle ricette di austerity che il Fondo Monetario Internazionale cerca di imporci, quando la migliore strategia per ridurre il debito è puntare sulla crescita.

I mercati azionari continuano il trend di recupero: da -25% di inizio anno sono arrivati a -11%. Bene anche Piazza Affari: è ottima la performance di Saipem, spinta dall’aumento di capitale, ma soprattutto dai cinque contratti di perforazione offshore del valore di 800 milioni di dollari.

Meno brillante l’obbligazionario, che però sembra pronto per una ripartenza.

E’ di nuovo crisi per le criptovalute, travolte dal crack di Ftx, la piattaforma saltata dopo che il suo fondatore si è servito di miliardi di dollari degli investitori per operazioni ad alto.

Il crack è già stato soprannominato “la cripto-Lehman”, ma il mondo delle valute virtuali non è regolamentato e questo rende impossibili interventi di tutela.

Fra poco cominceranno i Mondiali di calcio a cui l’Italia non parteciperà. L’impatto sull’economia per la mancata qualificazione della nazionale sarà limitato a mancati incassi nel settore food and entertainment.

Anche l’esodo di tifosi, tipico dei grandi eventi sportivi, non ci sarà: si legge di immigrati “ingaggiati” dal Qatar per “recitare” il ruolo di tifosi delle diverse nazionali all’interno di stadi che, per le temperature elevate, pomperanno aria condizionata per l’intera partita. Alla faccia del Cop27 e della campagna per il clima.

(di Carlo Vedani, amministratore delegato di Alicanto Capital)

Carlo Vedani
Carlo Vedanihttps://alicantocapital.com/
Collaboratore. Amministratore delegato di Alicanto Capital
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