Negli Stati Uniti, per essere eletti, i candidati alla presidenza devono assicurarsi almeno 270 grandi elettori, o delegati, che saranno poi coloro che eleggeranno ufficialmente il presidente. Ogni stato ha un numero di delegati proporzionato alla propria popolazione e il candidato che ottiene anche solo un voto in più in uno stato, ne conquista tutti i delegati. Per questo motivo, è più strategico vincere con un margine minimo in un maggior numero di stati, anche di dimensioni medio-piccole, piuttosto che ottenere poche vittorie di grande ampiezza.
Questa caratteristica fa sì che le elezioni presidenziali si giochino soprattutto negli stati dove i due principali candidati sono vicini nei sondaggi. Per esempio, una differenza di poche migliaia di voti può decidere a chi andranno i 16 grandi elettori della Georgia, tra Donald Trump per il Partito Repubblicano e Kamala Harris per il Partito Democratico.
Proprio per questo, è rilevante concentrarsi sui sette stati chiave dove la competizione tra Harris e Trump è più serrata, e dove si sta svolgendo la gran parte della campagna elettorale nelle settimane precedenti al voto, fissato per il 5 novembre: Pennsylvania, Michigan, Wisconsin, Arizona, Nevada, Georgia e North Carolina.
Nelle elezioni presidenziali statunitensi del 2024, sette stati sono considerati decisivi per l’esito finale, noti come “swing states” o “stati in bilico”.
1. Pennsylvania: Con 19 grandi elettori, è lo stato più influente tra quelli in bilico. Dal 1992 al 2012 ha votato per i democratici, ma nel 2016 ha sostenuto Trump, rendendolo un terreno di contesa cruciale.
2. Michigan: Assegna 15 grandi elettori. Dopo aver sostenuto Trump nel 2016, è tornato ai democratici nel 2020. La sua economia, un tempo basata sull’industria automobilistica, ha subito cambiamenti che influenzano le preferenze degli elettori.
3. Wisconsin: Offre 10 grandi elettori. Dopo decenni di sostegno ai democratici, ha votato per Trump nel 2016 e per Biden nel 2020, con margini ristretti, rendendolo altamente competitivo.
4. Georgia: Con 16 grandi elettori, storicamente repubblicana, ha sorpreso nel 2020 votando per Biden. La crescente diversità demografica e l’affluenza giovanile stanno cambiando il panorama politico dello stato.
5. North Carolina: Assegna 15 grandi elettori. Ha una storia di oscillazioni tra i due partiti, con margini di vittoria spesso sottili, rendendolo un obiettivo chiave per entrambe le campagne.
6. Arizona: Offre 11 grandi elettori. Tradizionalmente repubblicana, ha votato per Biden nel 2020, indicando un possibile cambiamento nelle preferenze elettorali.
7. Nevada: Con 6 grandi elettori, ha una popolazione diversificata e una storia di risultati elettorali variabili, rendendolo un campo di battaglia significativo.
Questi stati sono cruciali perché non hanno una lealtà politica consolidata e possono oscillare tra democratici e repubblicani. Di conseguenza, i candidati concentrano qui i loro sforzi, poiché la vittoria in questi stati può determinare l’esito dell’elezione.