sabato 21 Dicembre 2024

Un ritratto della Spezia ad altezza bar. Un ultimo giro, Francesco Frongia

È passata quasi una settimana dalla mostra-festa dello Studio Traccia, l’evento organizzato dai Mammaiuto in occasione del trasloco da Rebocco al centro città.

Chiamo Francesco, uhèèè, ce l’abbiamo fatta. Com’è andata? «Benone, è passata un botto di gente, s’è venduto anche qualcosa. Ci tenevamo perché lì siamo stati quattro anni: ora dalla periferia ci spostiamo in centro città. Abbiamo vinto un bando di Regione Liguria. Il nuovo studio è bellino, è un bene sottratto alle mafie, prima ci stava la Lavanderia Italia». Penso: vi prego tenete qualcosa, comunque ora è: il “nuovo” Studio Traccia.

Quando aprirà? «Beh, anche adesso, stiamo solo sistemando le ultime cose e soprattutto aspettando che ci portino via delle slot sotto sequestro che sono ancora là, due macchine enormi, ti giuro… però è bello, è una bella zona».

bar bar | Checco Frongia | francesco frongia

Io conosco da un po’ Mammaiuto, ma non so esattamente cosa sia lo Studio Traccia, glielo chiedo: «È la sede di Mammaiuto ma in realtà non solo: con noi ci sono anche Irene Natale e Lucia Lamacchia. È uno studio e contenitore col quale abbiamo deciso di realizzare una serie di produzioni mooolto underground, ma soprattutto dedicate alla città e al territorio della Spezia. Per ora sono state fatte alcune cose: un leporello con illustrazioni di Lucia, un racconto breve di Sam (Samuel Daveti), due raccolte di poesie, un librino di racconti brevi. Ci piaceva l’idea di fare qualcosa di locale, che non fosse solo fumetto: i progetti sono tutti in edizione limitata, numerata, in piccole tirature, su carta di risulta». A questo si aggiunge ora Un ultimo giro, la serie di Francesco (Frongia): opere, cartoline, mostra.

bar bar | Checco Frongia | francesco frongia

Un ultimo giro nasce l’anno scorso, è il primo progetto di Francesco sulla Spezia: «Ho l’abitudine di lavorare sulle città in cui vivo, ci trovo sempre qualcosa. Anche a Bologna, dove ho vissuto alcuni anni, avevo fatto illustrazioni che rappresentavano un po’ giocosamente la “vita bolognese”, ovviamente ridisegnata, ri-contestualizzata, re-immaginata. Una delle cose che preferisco fare? I disegni live. Sono perfetti per operazioni come questa».

bar bar | Checco Frongia | francesco frongia

Un ultimo giro è una serie di 21 illustrazioni di cui 18 dedicate ai bar (veri) della Spezia: sono bar in cui Francesco è andato spesso, sono disegni just in time. Ci stanno dentro i migliori tipo Distro’, Shake, Birrificio, Skaletta. Poi bar ultrapopolari come il “Figamolla”. «Io andavo, disegnavo, alla fine è un racconto della città ad altezza bar». Ci stanno la solitudine devastante, poi chiaro: la socialità. «Ci trovate persone vere e persone inventate. Per esempio c’è uno che frequenta un bar di Rebocco, che se devo dire non sta benissimo, ma che per me è uguale a Chet Baker, poco prima che morisse, ho deciso di disegnarlo così, molto elegante e ovviamente non in quel bar. Poi, che so, c’è Dario Vergassola al bar dei Conigli, che è un posto in cui praticamente lo trovi sempre, era naturale disegnarlo là. Ma con conigli attorno e l’aria incupita. Le illustrazioni sono tutte operazioni di questo tipo, diciamo di leggera trasformazione della realtà, alla fine non mi interessa la realtà».

bar bar | Checco Frongia | francesco frongia

La cosa bella? Che in tutte la gente s’è riconosciuta. Nei luoghi che frequentano, re-intrepretati, ma anche in quelli che non esistono in real life: «divertentissimo, mi dicevano Ma è… e io No. Ma sì e io No. «Se conosci la città ricostruisci tutti i vari giochini, mentre se non la conosci è irrilevante sapere chi sia il soggetto o quale sia il bar, in ogni caso trovi quasi sempre primi piani, ritratti di gente all’ultimo giro cotta, le prospettive di un barista». Il primissimo: bar generico per un esercizio fatto da Francesco per i suoi studenti, a scuola. Da lì la voglia di girare, fare… bar. «Con gran merito ad Anita (Provinzano), la mia compagna, è lei che m’ha aiutato nella stesura».

bar bar | Checco Frongia | francesco frongia

In mostra, sabato, stampe in formato 15×20, a colori, più un po’ di originali, diciamo una decina: gli originali sono su carta non raffinata perché Francesco li realizzava lì, per poi ridisegnava digitalmente a casa. L’atmosfera è ovviamente soprattutto notturna. Vedere le stampe assieme agli acquerelli è interessante, serviva: Francesco mi spiega che sono proprio un’altra cosa. Le stampe sono in tiratura piccola, le cartoline magari no, si vedrà. Comunque ci sarà un’altra occasione per vedere tutto tutto e sarà al Birrificio del Golfo, a Natale, per il loro festival. «Ai ragazzi del birrificio è piaciuto così tanto che ci hanno regalato due fusti di birra e – per quella sera – la spina. Mi hanno detto Dai facciamola anche da noi a Natale». Ci sta, bella storia. Oltre questo, Francesco ci dice che da alcune opere forse potrebbe nascere altro, c’è qualche idea: «Da alcuni pezzi sì potrebbe partire per scriverci sopra. Ci si sta pensando, chissà».

bar bar | Checco Frongia | francesco frongia

E, fuori di ultimo giro, che hai in programma? «Devo cercare disperatamente di fare le pagine per un progetto di fantascienza di Samuel Daveti, un lavoro molto lungo e complicato in realtà. Sono 12 vignette a pagina, a colori, in uno scenario in cui piove costantemente immondezza. Mi ci devo mettere, ma è laborioso, anche perché lo voglio fare in una certa maniera. Ovviamente si parla di fantascienza, ma come “travestimento” per dire della realtà. Diciamo che questo libro sta a metà tra Monicelli, la commedia italiana anni Settanta, e il racconto di fantascienza. Sotto vestito si parla di oggi, delle relazioni, della nostra immondenza». Poi, mi dice, con Mammaiuto un po’ di roba si macina: «Ora abbiamo alcuni libri in uscita», in super pocket-anteprima al Selfarea Lucca Comics». Sempre cose fighe, dai un’occhiata.

___

Abbiamo parlato con / Francesco Frongia, docente, Mammaiuto, fumettista.

bar bar | Checco Frongia | francesco frongia

Francesco Frongia (Cagliari, 1972) è docente, co-fondatore di Mammaiuto, fumettista. Ha pubblicato storie a fumetti e illustrazioni per gli Editori Double Shot, Giunti, Editiesse, Le Monnier e Eris Edizioni. Per Kleiner Flug ha realizzato i volumi Giotto (2013) e La Notte che arrivò l’inverno (2014). Libro/disco ispirato dal Maestro e Margherita di Bulkagof con le composizioni musicali del quartetto jazz Musica ex machina. Nell’aprile del 2023 ha disegnato, su testi di Diego Cajelli, il fumetto La Medusa Immortale per Feltrinelli Comics. Collabora con lo studio bolognese “Inventario” di Giuseppe Palumbo. Insegna alla The Sign Comics & Arts Academy di Firenze. Ha fondato l’associazione culturale Mammaiuto, con cui ha pubblicato 5 libri. Collabora infine con il gruppo Disegnatori in Cammino realizzando Carnet di viaggio e Urban Sketch per diverse istituzioni culturali in Italia.

Ultime Notizie

Altri articoli