“Un’intesa che non porta la nostra firma e che non ci lascia sereni per il futuro dell’indotto. In particolare per il gruppo Sanac e lo stabilimento di Massa“. Lo sostiene il segretario della Uiltec Toscana Nord, Massimo Graziani, dopo aver appreso dell’accordo siglato mercoledì mattina a Milano fra l’amministrazione straordinaria di Ilva e Arcelor Mittal.
Un documento che serve a superare il contenzioso tra le parti al Tribunale di Milano ma che va anche a modificare profondamente quello che era il contratto sulla gestione in fitto e acquisizione del gruppo siderurgico. Un accordo i cui dettagli non sono ben chiari anche se qualcosa inizia a trapelare e non lascia tranquilli i sindacati di categoria a livello nazionale così come la Uiltec Toscana Nord per l’indotto Sanac: “A quanto pare, la nuova intesa prevede che ArcelorMittal possa esercitare il recesso dall’accordo, entro la fine del 2020, nel caso in cui non venga sottoscritto il nuovo contratto di investimento entro la fine di novembre. Il colosso – prosegue Graziani – dovrebbe però versare a Ilva una caparra penitenziale di 500 milioni di euro. Al tempo stesso pare che ArcelorMittal si impegni a impiegare alla fine del nuovo piano industriale 2020-2025 il numero complessivo di 10.700 dipendenti“.
“Bisogna – prosegue Graziani – trovare anche l’accordo con i sindacati, questo entro il 31 maggio 2020, per utilizzare anche la Cassa integrazione straordinaria fino al raggiungimento della ‘piena capacitĂ produttiva’. Un negoziato che da novembre non ha coinvolto minimamente i sindacati e la cui strategia resta un’incognita. Per Ilva, prima di tutto, e per l’indotto che gira attorno allo stabilimento di Taranto. Non sappiamo neppure quale sarĂ la volontĂ dei soggetti investitori, a partire da Arcelor Mittal, riguardo il loro impegno finanziario nella nuova compagine societaria che costituirĂ la nuova AMinvestco. E questa societĂ avrĂ a che fare anche con l’acquisto del gruppo Sanac oppure no? Come si configurerĂ il rapporto fra Arcelor Mittal, la nuova societĂ e l’indotto? Di fatto si vivrĂ una sorta di stallo fino al 2020. E fino a tale data la fideiussione su Sanac sarĂ prorogata di mese in mese come a oggi? Non abbiamo alcuna garanzia sulla carta. Sul nodo delle aziende di appalto ci pare che la trattativa sia del tutto carente. Senza contare che questo documento prevede pure l’aumento dei lavoratori in Cassa integrazione. Tutti aspetti peggiorativi rispetto all’accordo del 6 settembre del 2018 che tutelava l’indotto, non prevedeva esuberi nĂ© cassa integrazione. Per questo – conclude – chiediamo che sia fatta chiarezza il prima possibile sugli effetti che la nuova intesa avrĂ sulle aziende dell’indotto, in primis la Sanac, e quali le prospettive per il futuro”.