mercoledì 16 Ottobre 2024

Tutta quanta La poesia della terra. Intervista a Valeria Ferro de La Colombiera

È in programma il prossimo 19 ottobre l’inaugurazione della seconda edizione de La poesia della terra, il format in mostre e residenza artistica de La Colombiera. Per questo abbiamo chiesto a Valeria Ferro, figlia, co-titolare dell’azienda e cantina, di raccontarci qualcosa.

L’idea è nata da un amore condiviso, di famiglia. «Io ho studiato Storia dell’arte prima di decidere di rimanere nell’azienda di famiglia ed i miei genitori sono sempre stati affascinanti dal mondo dell’arte, sono anche collezionisti: da anni pensavamo di unire vino ed arte, un connubio fortunato, già scelto da altre realtà. Devo dirlo, non abbiamo inventato nulla: l’idea è quella di invitare artisti diversi a realizzare opere – site specific – per il posto, il territorio, per l’azienda. Di fare in modo che vengano per emozionarsi, realizzare opere a partire da quello che il paesaggio comunica. È da lì che deve partire, anzi parte la scintilla. Ci abbiamo pensato, ne abbiamo parlato con Giovanni Bonelli, amico e gallerista. È lui che poi ci ha presentato ad Antonio Grulli, oggi curatore de La poesia della terra».

Il nome del progetto e della rassegna è una citazione (omaggio) di Mario Soldati, scelta, sì, per amor di letteratura, ma anche – ancora – per famiglia, storia, amicizia. «A fondare l’azienda è stato mio nonno Francesco, che conosceva personalmente Mario Soldati. Erano gli anni Settanta. Mio nonno aveva già il ristorante La lucerna di ferro a Bocca di Magra (ora gestito dalla zia) e Bocca di Magra era al tempo culturalmente molto viva: frequentata da poeti, artisti, letterati. È stato naturale rifarsi a quella storia». Com’è nata l’azienda? Spiega Valeria, sostanzialmente, per necessità: «Mio nonno comprava il vino per il ristorante in Toscana, poi s’è detto: perché non fare il vino qua? Anche i clienti gli chiedevano di bere vini della zona». Detto, fatto, nasce la vigna: nonno Francesco inizia a produrre vino. Eh sì, «Probabilmente senza il ristorante non sarebbe poi nata l’azienda». Si sa, la terra è ciclicità.

E senza l’azienda non ci sarebbe oggi la poesia del vino, dell’arte – Lunigiana. Grulli sceglie, propone alcuni dei più interessanti artisti a Valeria e ai suoi, alla Colombiera: «Sono tutti autori capaci di entrare in connessione con noi, con il territorio, con l’azienda. La prima edizione, lo scorso anno, ha ospitato Francesco Lauretta, Fabrizio Prevedello e La Scuola di Santa Rosa. «È stata un’esperienza molto bella, con opere in esterno e in cantina, opening in ‘laboratorio’-performance (cioè il format partecipativo della Scuola di Santa Rosa)». Per la seconda edizione, in programma dal prossimo fine settimana con inaugurazione sabato 19 ottobre alle ore 15.30, si attendono Flavio Favelli e Luca Bertolo per un progetto a quattro mani, ancora pensato per l’azienda. Installato tra esterni ed interni sarà presentato dal curatore e dagli artisti nel corso dell’inaugurazione – con buffet e tour guidati – prevista, inaugurazione raggiungibile tramite specifico servizio di navetta. «Prepararci al nuovo ciclo di mostre ci emoziona. La caratteristica principale de La poesia della terra è la continuità: non abbiamo mai pensato ad eventi ‘one shot’, noi vogliamo continuare a coinvolgere artisti, vederli all’opera, in sintonia con il nostro territorio e con la nostra realtà».

Ciò significa che ad ogni edizione si attende già la successiva, con emozione appunto e ovviamente curiosità. Si sa le opere sono sempre grande sorpresa e anche naturalmente per chi le ospita. Ospite speciale della serata, oltre a curatori ed artisti in mostra, il Vermentino de La Colombiera che è Vermentino tradizionale in purezza. Non a caso l’evento in sé stesso, la manifestazione tutta, sarà realizzato a partire dalla sede centrale della cantina. Ancora a celebrare – e insieme – tutta quanta la poesia della terra.