Mentre scrivo penso a Francesca che l’altro giorno aprendo Verdi Parole ha detto: Questo luogo non è stato scelto a caso, questo Ostello (La Stele) vuole essere, da sempre, invito al Parco, è nato alle sue porte e con questo scopo.
Siamo a Treschietto, un paese che per la cipolla credo tutti conosciamo, un paese dove persone, come Caterina, portano avanti tradizioni e gusto da tempo. A dirci questo è stato Ermanno, che di ritorno dalla Marcolfa, dalle meraviglie del bosco, ci ha detto: Quel sentiero arriva fino su al crinale, pensate una volta era percorso due volte al giorno, i nostri padri e nonni facevano avanti e indietro, lo facevano con erba e fieno, eh c’era fame al tempo. Che bello.
Verdi Parole nasce per iniziativa del Comune di Bagnone che un giorno, proprio grazie a Francesca, Monica, Andrea, staff e sindaco, decide di partecipare a un avviso pubblico di Regione Toscana, di creare una biblioteca, la prima biblioteca verde di Lunigiana, proprio a Bagnone: il suo spazio arriverà presto. Così coinvolge Farfalle in Cammino, bella ventenne ancor piena d’iniziativa, entusiasmo, dice loro: Che ne dite se organizziamo un festival di letteratura verde? Anche questo sarebbe – ed ora è – il primo. Facciamolo.
Così, con la guida di Cinzia Nicolini e Matilde Ferrari, insieme ovviamente a tutto il gruppo, nasce il programma di eventi ed esperienze a cui (fortunatamente) abbiamo partecipato. Siamo arrivati sabato, a ora di pranzo. Abbiamo atteso l’inizio, curiosato un po’, visto i libri della biblioteca ben esposti: ma è una selezione bellissima, Monica, davvero.
Lei del resto ha esperienza nel preciso campo, è una professionista, si occupa (con amore) di questo. Consigliatissimo andare, sfogliare, chiedere in prestito; presto sarà lì al fianco del palazzo del Municipio, i lavori sono già in corso. All’Ostello non ero mai stata, io, ricordo le foto di Raffaella, è molto bello.
Ora poi di più, per i libri, per tutto l’allestimento, per le mostre che per questi due giorni ci accompagneranno. Vediamo.
Al punto bar e ristoro, anzi bistrot, ci sono le fotografie dei Fotoamatori Tresana, che io già conosco. Sono foto bellissime del nostro territorio: piante, animali, paesaggio. Il micro, il macro. Federico Spediacci, presidente del gruppo, arriva presto insieme a Daniele e a Giacomo. Ci raccontano che sono foto scattate in anni d’attività, che effettivamente ora vorrebbero portarle in giro. Anche con Sigeric e Farfalle ne abbiamo parlato, un’idea è quella di tornare al Centro Didattico Pieve di Sorano. Anch’io credo dovrebbero girare di più, speriamo.
Nella sala accanto. Nella sala accanto siamo rapiti – ma sul serio e ancor più – quando arriva Mattia Filippi, Montagne Filanti, il “collettivo” che sta dietro ad ogni modello. Il progetto, qui mostra, installazione se vogliamo, è tutta-catena, mappe e percorso: è “Montagne appese a un filo”, questo il titolo, c’è un motivo. Presentate a Pontremoli, ora all’Ostello, vengono esposte perché si possa “toccare con mano” la bellezza e fragilità del nostro paesaggio. 30 x 30, mappe al di sotto, esse sono stampe 3D HD create a partire da rilievi e studi su dati open source. In altre parole, più emozionanti sicuro, sono le Alpi Apuane, 12 x 12 modelli per vetta, dal Pizzo al Cavallo, con cura assolutamente (assolutamente) spaziale di ogni cosa e dettaglio. Ci trovi i puntini, rifugio. Ci trovi il buchino, Forato. Posso dire Ora ho scalato anch’io le Apuane. L’ho fatto, in video.
Poi il richiamo della torta ci porta “lontano”. Alle 15, dopo l’inaugurazione con la presentazione del festival – a cura del sindaco Giovanni Guastalli, di Francesca e ovviamente Farfalle in Cammino – corriamo da Caterina Sarti per la prima cooking class dedicata alla torta d’erbi di Treschietto. Anche qui, bellissimo. A introdurre c’è Alex che spiega, con l’appeal di un cantastorie di bosco, tutte le erbe che possiamo trovare, di cosa sanno, cosa ‘significano’. Lì vicino, sotto il portico, appena finito, l’inizio. Con Caterina che segue i partecipanti passo passo. 800 di cipolla, 150 di bietola, pangrattato, olio e parmigiano, noi la facciamo in questo modo. Sfoglia sottile chiaro. Il livello di fame, devo dire, è altissimo, ma comunque io e Jacopo resistiamo. Ordino due torte, ok? Le ritiriamo dopo.
Ci facciamo un pit stop con crostata al bistrot? Tempo che le torte cuociano, che inizia lo spettacolo. È La Marcolfa e le Erbe Miracolose, sappiamo tutto e quasi niente, allo stesso tempo. Matilde dice: Aspettate, lì, nel parco. Laura e Vale prendono un bicchiere di vino. C’è l’appello e, se ci siamo tutti, saliamo. Torniamo nel bosco. Cioè subito dopo l’azienda agricola Sarti, siamo in 50, più passeggino. Matilde ricorda: mi raccomando, dobbiamo far piano. È importante per la Marcolfa, è importante per il bosco, non dobbiamo spaventarci né spaventare nessuno. Campanelli-e: suonano. Laura dice L’ho vista, io dico Saran capre, saranno. Chi mi conosce lo sa: non son famosa per, ehm, capire al volo.
Eccola, eccola, ci fermiamo. Si muove verso di noi, davanti a noi, si ferma ed i bambini sono in pole position. Io penso è una delle cose più belle mai viste, i grandi son più curiosi dei piccini, credo. Non perdiamo un secondo. Rido, ridiamo molto. Siamo attratti magneticamente, lei è costretta più volte a mandarci indietro. Oh. Questo spettacolo è un percorso, teatrale, botanico, ipnotico. Per cominciare è obbligatorio, lo sapete?, compiere un rito. Profumo di lavanda, la sapete la storia, ve la racconto, e poi dopo in realtà ancora un altro rito: che c’è un rimedio per tutti, per ogni malanno, erba, istruzioni, decotto.
La luce, intorno.
Dai, Marcolfa, non andartene ti prego.
Eppure poi finisce, svanisce com’è apparsa, nel bosco, e Farfalle ci consola con il suo aperitivo. A guidare (e stappare) Martina, d’esperienza. È l’Aperitivo del Parco. Tra cipolle, salame, le torte fuori dal forno. È tutto buono, buonissimo.
È solo il primo giorno.
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Tutte le foto di Jacopo Grassi
La produzione Eco