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Truffa online ai danni di un cinquantenne, Polizia esegue perquisizioni

Il Personale della Sezione Operativa per la Sicurezza Cibernetica di La Spezia, coadiuvato da operatori del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Genova e Napoli, oltre che dalla Sezione Operativa per la Sicurezza Cibernetica di Caserta, all’esito di un’attività investigativa diretta dalla Procura della Repubblica di Genova, ha eseguito due perquisizioni a carico di un uomo ritenuto autore di una truffa in danno di uno spezzino e di una donna che avrebbe ricevuto la somma illecitamente versata dalla vittima su un conto corrente a lei intestato.

L’attività di indagine è nata dalla denuncia della parte offesa, la quale dopo aver ricevuto un messaggio di phishing, apparentemente proveniente dalla società Poste Italiane e aver visitato il link presente è stato contattato da un sedicente operatore della stessa società che lo informava di un blocco del conto corrente postale a causa di un’indagine da parte della Polizia Postale della Spezia.

Successivamente il denunciante è venuto contattato attraverso l’utilizzo della tecnica dello spoofing (alterazione del numero chiamante attraverso l’utilizzo di circuiti internazionali o VoiceIp) apparentemente dalla numerazione telefonica in uso effettivamente alla Sezione Operativa per la Sicurezza Cibernetica della Spezia. L’autore del reato, fingendosi un Ispettore della Polizia Postale, informava la vittima di un’indagine a carico di un dipendente dell’Ufficio Postale di Levanto che aveva divulgato dati sensibili.

L’interlocutore, sostituitosi ad un operatore di Polizia, ha così convinto la vittima a trasferire con due bonifici la somma di oltre ottomila euro a favore della complice successivamente identificata e denunciata. Tutti i soldi trasferiti sul conto della donna, grazie alla tempestiva denuncia della vittima, sono stati bloccati nell’immediatezza da personale della Polizia Postale della Spezia. A seguito delle attività di perquisizione locale e informatica effettuate a carico degli indagati e all’esito di analisi tecnica sui dispositivi a loro in uso sono stati acquisiti ulteriori elementi indiziari ora al vaglio della Procura di Genova.

Il procedimento penale risulta nella fase delle indagini preliminari e che i soggetti indagati devono ritenersi non colpevoli fino alla sentenza di condanna definitiva. La Polizia di Stato ricorda che banche, poste o istituti di credito non utilizzano mai SMS, mail o telefonate per richiedere ai clienti dati personali, credenziali di accesso o informazioni urgenti. In caso di dubbi su presunti movimenti sul proprio conto, contattare direttamente l’istituto di credito. Allo stesso modo, in nessun caso bisogna cliccare su link allegati a messaggi o e-mail, anche se apparentemente provenienti da mittenti attendibili, ma in caso accedere ai servizi attraverso app scaricate dalle piattaforme ufficiali o siti Internet raggiunti digitando le url direttamente sulle barre di indirizzo del proprio browser.

Redazione
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