giovedì 27 Marzo 2025

Cambio di gestione per il Tortuga di Aulla, con benedizione (felice) di Roberto Baston

Per qualche tempo s’è temuto chiudesse anche il Tortuga, vittima del forte mutamento di Aulla e del centro storico, e invece no. Il Tortuga si rinnova, passa il testimone, cambia passo.

A dirlo è lo stesso titolare e fondatore Roberto Baston con un misterioso (poi svelato) conto alla rovescia sulla propria pagina Facebook. A dirlo a me Anastasia poche ore prima dell’annuncio: ne scriviamo? Certo.

Roberto Baston, originario della Spezia dove ha sempre vissuto, ha inaugurato il Tortuga il 15 ottobre 2005 e da quel giorno non ha mai (mai) chiuso. Mai un giorno di chiusura, pendolare entusiasta e convinto, con serate a tema ed un menù fatto di quello che puoi aspettarti da un ristorante-birreria-hamburgeria-pub. A memoria, io credo, il primo.

Sicuramente un luogo di ritrovo, incontro, riferimento certo. Il porto sicuro per molte generazioni. In post serata? Soprattutto. La particolarità del Tortuga o almeno una delle particolarità era (è, resterà) proprio questo: esserci sempre e fino a notte fonda, durante la settimana fino alle 2 e nel fine settimana fino alle 4.

«All’epoca venivo da un’esperienza analoga su San Terenzo – racconta Roberto -, sono stato indeciso su Sarzana ed Aulla, poi ho scelto Aulla, non ho sbagliato. L’accoglienza è stata splendida e anche l’amministrazione (dell’epoca) mi ha molto aiutato. Mi ha persino trovato il fondo giusto, era un bel momento». Parlando ricordiamo il clima di Aulla, il movimento, i tanti giovani, il fermento. Era – se non sbaglio – il tempo della yogurteria, di quel boom che se devo dire non ho mai capito, era il tempo delle corse dal tabacchino all’Abbeccedario, dello slalom tra i negozi, del (sempre presente) bar Giardino. C’era la Leda, c’era la pizza al taglio, c’era il mercato. Entrambi diciamo Sarebbe bello si recuperasse, qualcosa, almeno.

Intanto. Intanto si riparte da Michele Di Martino, aullese classe 1988, che dopo una vita d’amicizia, frequentazione e lavoro lì al Tortuga, decide di fare di quel locale il suo posto. «Quando Roberto mi ha detto che sarebbe andato in pensione ho, come si dice, colto la palla al balzo. Dopo l’alberghiero ho lavorato in diversi ristoranti delle province: dal Gatto Matto a Oskar a Mauro. Ora sentivo che era arrivato il momento di fare qualcosa di mio. Insieme a me ci sarà Francesca, che lavora qui già da due anni: rinnoveremo il locale nell’estetica e, in parte, nel menù, poi riapriremo. Vi dirò quando presto».

Gli chiedo se resterà aperto sino a notte fonda, se anche lui sarà quel preciso punto di riferimento, mi rassicura dicendomi che il Tortuga resterà il Tortuga, in qualche modo – Roberto tornerà, in altre vesti, certo. Una novità? L’apertura anticipata, alle 17, per l’aperitivo e nel weekend il pranzo (di venerdì e di sabato). Roberto ne parla contento, lunedì scorso ha chiuso in gran festa con tutti i clienti-amici che nel tempo lo hanno accompagnato. «Michele è un bravo ragazzo, è di qui, è del mestiere e tutti lo conoscono in modo positivo, ‘sano’. Ha la situazione e l’età giusta. Sono sicuro farà un ottimo lavoro». I primi vent’anni del Tortuga? «Sono stati meravigliosi, con qualche difficoltà ma anche molti momenti belli, siamo ancora una realtà solida, si lavora bene e questo è positivo. Sono felice, questa taverna è stata quello che immaginavo». La conferma di questo? L’affetto di tutti, fortissimo.

Francesca Fontana
Francesca Fontana
Comunicatrice seriale per l'Eco ritorna come producer, autrice e SMM

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