Nel corso dell’ultima Assemblea dei soci della Società della Salute della Lunigiana, è stata approvata, all’unanimità, la Programmazione Operativa Annuale (POA) per il 2022 nel contesto dell’aggiornamento del Profilo di Salute.
Un documento in cui il focus torna sui determinanti di salute, segnando la graduale uscita dall’emergenza pandemica dopo due anni che hanno cambiato le vite di tutti.
“Sono molto soddisfatto – dichiara il presidente della SdS Lunigiana, Riccardo Varese – per il voto unanime dei sindaci in Assemblea dei soci, sindaci che voglio tornare a ringraziare per l’unità dimostrata e per il contributo costruttivo che hanno sempre dato in questi anni.
Colgo anche l’occasione per informare che ho incontrato nei giorni scorsi, a Pisa, il direttore generale dell’ASL Toscana Nord Ovest, Maria Letizia Casani.
Dal colloquio è emersa la chiara e comune volontà di risolvere i problemi sul territorio, che non mancano in Lunigiana” aggiunge Varese.
Venendo ai dettagli del POA per il 2022, che consta di 44 programmi approvati e di 150 schede di progetti, occorre partire da un trend che non accenna a invertire la rotta: il progressivo invecchiamento della popolazione in Lunigiana, con l’indice di vecchiaia, il quale misura il numero di persone di età superiore ai 65 anni per ogni 100 giovani di età inferiore ai 15 anni, che risulta pari a 308,47 contro il valore medio regionale di 215,48.
La percentuale di ultra74enni, infatti, è significativamente superiore alla media regionale e aziendale, attestandosi, insieme all’indice di vecchiaia, tra i valori più elevati dell’intera Toscana.
Come accennato, il focus del POA per il 2022 torna sui determinanti di salute: ecco una loro sintesi.
Reddito, lavoro, pensioni
Il tasso di disoccupazione risulta più alto della media regionale e il reddito imponibile medio risulta di gran lunga inferiore ai valori medi regionali e anche alla zona della Apuane.
Il tasso di disoccupazione è molto elevato anche tra gli stranieri, indicando un basso grado di inserimento nel contesto lavorativo.
Anche la diffusione delle prestazioni di natura assistenziale risulta abbastanza elevata in Lunigiana.
Di conseguenza, si evince che sta aumentando il disagio sociale e si nota come, in Lunigiana, si stia sempre più assottigliando l’età lavorativa rispetto all’età non lavorativa; questo sbilanciamento non è dovuto ad un incremento della popolazione infantile, ma ad un incremento costante della popolazione anziana.
Stili di vita
Alla base delle principali malattie croniche ci sono fattori di rischio comuni e modificabili, che causano la maggior parte dei decessi per queste malattie, indipendentemente da età, sesso o provenienza geografica.
Tra i più comuni possiamo ricordare: dieta non salutare, mancanza di attività fisica e consumo di tabacco.
Sono stati identificati molti altri fattori di rischio, che però sono alla base di una percentuale inferiore di malattie croniche.
L’alcolismo contribuisce notevolmente al carico globale di malattia.
Secondo alcune stime, infatti, l’alcol sarebbe la causa del 3% dei decessi totali e del 4% del carico globale di malattia, di cui circa la metà deriva da incidenti intenzionali o imprevisti.
Per quanto riguarda le malattie croniche, la causa più immediata di disuguaglianza è la maggiore presenza di fattori di rischio tra i poveri, che, insieme alle persone meno istruite, sono più propensi al consumo di derivati del tabacco e di cibi altamente energetici e ad elevato contenuto di grassi, alla sedentarietà, al sovrappeso e all’obesità.
Stato nutrizionale e abitudini alimentari
In ogni fase della vita lo stato nutrizionale è un importante determinante delle condizioni di salute.
Nelle persone anziane possono manifestarsi problemi nutrizionali secondari tanto agli eccessi quanto alle carenze alimentari, entrambi in grado di provocare la comparsa di processi patologici a carico di vari organi e favorire l’invecchiamento.
In particolare, l’eccesso di peso favorisce l’insorgenza o l’aggravamento di patologie preesistenti (dismetaboliche, cardiovascolari, osteo-articolari) e influisce negativamente sulla qualità della vita della persona.
La perdita di peso non intenzionale rappresenta, invece, un indicatore comunemente utilizzato per la fragilità dell’anziano.
Attività fisica
Negli ultimi 10 anni è notevolmente aumentata la conoscenza sugli effetti dell’attività fisica e dell’esercizio tra gli uomini e le donne, anche anziani.
Una regolare attività fisica, infatti, protegge le persone anziane da numerose malattie, previene le cadute e migliora la qualità della vita, aumentando anche il benessere psicologico.
La vita sedentaria si configura, quindi, come una condizione predisponente, insieme ad una cattiva alimentazione, di importanti patologie croniche, soprattutto cardiovascolari.
Da sottolineare che, nel 2019, risultava che il 14,42% dei ragazzi lunigianesi svolgesse scarsa o assente attività fisica, valore questo più alto della media regionale e aziendale, ma minore rispetto alla zona delle Apuane (16,1%).
Fumo
Il fumo di tabacco costituisce uno dei principali fattori di rischio per l’insorgenza di numerose patologie cronico-degenerative, soprattutto a carico dell’apparato respiratorio e cardiovascolare; rappresenta, inoltre, il maggior fattore di rischio evitabile di morte precoce.
La percentuale di fumatori fra i 14 e i 19 anni di età risulta più elevata in Lunigiana rispetto alla media regionale (19,7 vs 19,2), ma inferiore ai valori delle Apuane (28,6) e di altre zone della Toscana.
Consumo di alcol
Per quel che riguarda gli alcolici, se da un lato è evidente come il loro abuso possa essere seriamente dannoso per la salute, d’altro lato è da riconoscere come il loro consumo possa essere parte di un modello culturale di socializzazione.
La percentuale di bevitori a rischio (binge o forti bevitori) tra i ragazzi lunigianesi è del 42,3, superiore ai valori della maggior parte delle zone della Toscana (media regionale 33,4) e molto simile ai valori delle Apuane (42,2).
Abuso di sostanze psicotrope
L’utilizzo di sostanze psicotrope è un fenomeno in costante evoluzione, influenzato dalla dinamicità del mercato dell’offerta.
L’uso di sostanze è ancora prevalente tra i giovani, in particolare per l’uso ricreazionale, e, in Lunigiana, risulta essere minore della media regionale e delle Apuane.
Il gioco d’azzardo
La dipendenza da gioco d’azzardo sta diventando sempre più preoccupante e coinvolge un numero crescente di persone di tutte le età, che si lasciano tentare dal gioco, fino a far diventare questa passione una vera patologia.
La Toscana è stata una delle prime Regioni a darsi una legge sulla ludopatia, varando, nel 2018, un Piano regionale di contrasto al gioco d’azzardo che si propone di concorrere alla rimozione delle cause sociali e culturali che possono favorire le forme di dipendenza da gioco.
In Toscana, nel 2020, sono stati giocati nella rete fisica del gioco lecito 2,36 miliardi di euro (contro i 4,87 del 2019), ovvero 754 euro per maggiorenne residente (erano 1.535 nel 2019), un valore inferiore a quello medio nazionale (783 Euro).
A livello territoriale l’indicatore della Lunigiana è 667,1 ed è inferiore alla media regionale (754,4), a quella aziendale (759,3) e a quella della zona apuana (937,7).
“Il momento della programmazione rappresenta per la Società della Salute della Lunigiana – commenta il direttore Amedeo Baldi – il momento ove si compie l’espressione più alta della governance territoriale, evidenziando l’alleanza fra i vari attori del territorio stesso.
Questa programmazione mantiene particolare attenzione alla prevenzione, agli interventi della cronicità, agli interventi di continuità assistenziale fra ospedale e territorio e all’integrazione fra sociale e sanitario.
Quest’ultimo aspetto è il caposaldo della nostra organizzazione e ci consente di realizzare politiche sociali e sanitarie integrate attraverso i fondi che derivano dagli enti consorziati, permettendo di sviluppare un welfare di comunità per la crescita della comunità stessa”.