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Scuola, polemica sulla foto pubblicata dal consigliere di Borgo San Lorenzo Paolo Ticci. Galletti (M5S): "Si dimetta"

“Se il consigliere comunale leghista di Borgo San Lorenzo (FI), Paolo Ticci, avesse un minimo di decenza e di rispetto per l’istituzione che rappresenta, prima chiederebbe scusa e poi si dimetterebbe. Visto che non sembra intenzionato a farlo di sua spontanea volontà, mi auguro che siano Susanna Ceccardi e Daniele Belotti a chiedergli un passo indietro. Ma non mi faccio troppe illusioni”.

Così Irene Galletti, candidata presidente della Regione Toscana per il Movimento 5 Stelle commenta il post Facebook pubblicato dal consigliere comunale della Lega di Borgo San Lorenzo, Paolo Ticci, con la foto di Auschwitz e la scritta “la scuola educa alla libertà”.

“La prima cosa che la scuola dovrebbe insegnare alle future generazioni – aggiunge Galletti – è che le parole hanno un loro peso e un significato preciso. Utilizzarle a sproposito può essere molto pericoloso. Prima di prendere in mano una tastiera o una penna, è consigliabile collegare il cervello, soprattutto se si rappresentano i cittadini”.

Intanto Ticci scrive sul suo profilo Facebook: “Mi sento di chiedere scusa, per una foto, inopportuna, a corredo di un post che ho condiviso e lo faccio per coloro che si sono sentiti offesi per quella foto; per quello che rappresenta.

Sui contenuti porto avanti una battaglia per chi in questi mesi e anni é stato lasciato in disparte, non considerato.

Volevo porre attenzione su un grave problema di ‘normalizzazione’ di una nuova politica scolastica che va delineandosi e per farlo ho condiviso una foto di un giornalista molto critico sul decreto. Quando si sbaglia con umiltà si chiede scusa. Punto!

Ho avuto modo di visitare i campi di sterminio due volte, una delle quali grazie al Viaggio della Memoria e del Ricordo e ritengo le conseguenze di quei regimi totalitari momenti più bassi della storia dell’umanità intera. Tengo a sottolineare la mia profonda vicinanza alle vittime ed ai loro familiari.

Per questo mi ha profondamente ferito il fatto che il consiglio comunale non abbia approvato la mia proposta di far fare ai ragazzi dei viaggi nei campi di sterminio, sovvenzionandoli anche con i nostri gettoni di presenza.

Volevo solo criticare il decreto scuola e non era intenzione riaprire per nessuno una ferita dolorosa e frase più buia della storia moderna. Ricordare serve per non dimenticare, ricordare per non ripetere. Ripartiamo dalla scuola e dai bambini perché ciò non si ripeta nel futuro”.

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