Il Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Massa Carrara, alle dipendenze funzionali del direttore dell’ispettorato del Lavoro Annamaria Venezia, ha svolto un’attività d’indagine volta a verificare eventuali abusi da parte dei fruitori del reddito di cittadinanza.
I controlli effettuati nei primi mesi del 2023, dai Carabinieri dell’Ispettorato, anche con l’ausilio dei Comandi Stazione dislocati nella Lunigiana, hanno consentito di documentare, mediante un accurato percorso di analisi info-investigativa, relativo al quadriennio 2019-2022, l’indebita percezione del reddito di cittadinanza da parte di soggetti residenti nella provincia di Massa Carrara i quali sono risultati, allo stato delle indagini, non in possesso dei requisiti previsti dalla normativa vigente.
L’attività ha riguardato la verifica su oltre 160 percettori del reddito: per 24 di essi, 15 stranieri (di cui 14 extracomunitari) e 9 cittadini italiani, è scattata la segnalazione alla Procura della Repubblica per le valutazioni del caso in ordine alle condotte antigiuridiche rilevate.
Sul conto degli indagati vi sarebbero, quindi, concordanti indizi circa l’indebita percezione del sussidio, poiché gli stessi dichiaravano falsamente di essere in possesso dei requisiti per ottenere il beneficio e, tramite i CAF o le Poste Italiane, hanno trasmesso all’Inps le relative istanze incassando complessivamente oltre 190.000 euro.
I casi esaminati rispondono a varie tipologie di artifizi messi in atto dagli interessati: tra i denunciati, vi era chi, all’atto dell’autocertificazione, ometteva di dichiarare componenti del nucleo familiare risultati essere proprietari di abitazioni e beneficiari di contratti di affitto o di altri redditi; chi, nonostante avesse la figlia sottoposta a misure cautelare, continuava a percepire l’emolumento per tutti i componenti il nucleo.
Dagli accertamenti è altresì emerso il caso di una donna che dichiarava di essere da sola, mentre era invece inserita in un nucleo familiare con altri tre componenti lavoratori percettori di reddito da lavoro dipendente.
Il fenomeno maggiormente rappresentativo delle condotte riguarda però le false dichiarazioni sui requisiti di residenza e titolo di soggiorno per beneficiare dell’assegno (come noto, i beneficiari devono avere una permanenza minima di dieci anni nel territorio italiano, gli ultimi due consecutivi), oltre alle mancate comunicazioni di periodi lavorativi effettuati dai componenti del nucleo familiare nel periodo in cui viene elargito l’emolumento.
I denunciati sono stati segnalati all’Inps per l’immediata revoca del beneficio: l’ente di previdenza avvierà ora le procedure per recuperare le somme percepite.
Le attività di controllo da parte dei militari dell’Ispettorato proseguono e sono al vaglio le posizioni di altri residenti nella Provincia.