Scendono in campo i sindacati Cgil, Cisl e Uil con una lettera di diffida a livello regionale sulle condizioni di lavoro degli operatori in questo momento di emergenza.
“Sta emergendo in queste ore un altro grosso problema spiegano i sindacati – In pratica si sposta il personale dai reparti dove c’è meno attività per dirottarli su quei servizi in affanno o che sono ormai in una situazione drammatica. Vogliamo ricordare che un infermiere non è un tuttologo e così vale per tutti i dipendenti. Certo, i lavoratori si spostano, con grande spirito di abnegazione, ma la situazione sta diventando ingestibile. Ci stiamo inoltre attivando, anche personalmente, per far arrivare materiale e dispositivi di sicurezza che mancano in tutti i reparti, ormai, per aiutare i nostri colleghi in prima line”. I rappresentanti regionali Bruno Pacini per la Fp Cgil, Marco Bucci per la Fp Cisl e Mario Renzi per la Uil Fpli spiegano nella lettera indirizzata al presidente Enrico Rossi, all’assessore alla Sanità Stefania Saccardi e ai Direttori Generali della Asl regionali: “In queste ore di drammatica emergenza che vedono il personale sanitario del nostro Sistema Regionale destinatario di molteplici attestazioni di solidarietà da parte dei cittadini e delle istituzioni, stiamo registrando il persistere della vigenza dell’articolo 7 del DL 9 marzo 2020, che dispone i sanitari esposti a pazienti COVID 19 non siano più posti in quarantena, prevedendone la sospensione dal lavoro solo in caso di sintomaticità manifesta o di positività acclarata.
Ferma restando la discutibile correttezza della norma in parola che le nostre Organizzazioni hanno già chiesto espressamente di abrogare, dobbiamo segnalare inoltre il verificarsi di una iniziativa in atto nelle Aziende sanitarie della nostra Regione relativa alla circolazione di una Autodichiarazione che viene consegnata brevi manu ai lavoratori insieme alla intimazione di procedere alla relativa immediata compilazione con atteggiamenti più o meno espliciti di minaccia o intimidazione verso gli stessi”.
“Informandovi – concludono i sindacati – che abbiamo dato incarico ai nostri uffici legali di verificare la sussistenza dei presupposti legali che qualifichino tali comportamenti direzionali come fatti sanzionabili penalmente, chiediamo un Vostro immediato intervento volto a ritirare ogni iniziativa al riguardo e a favorire un clima di equilibrio e necessaria collaborazione che anziché su iniziative estemporanee e unilaterali, proprio in questo momento, crediamo debba basarsi su la condivisione responsabile dei servizi da gestire”.
Sul piede di guerra anche il sindacato degli infermieri Nursind della Asl Toscana nord ovest, che dichiara la possibilità di entrare in stato di agitazione e denuncia i gravi pericoli a cui sono esposti gli infermieri per la scarsità di mascherine e di presidi medici utili alla protezione dei rischi da Coronavirus. Il sindacato, tramite una lettera alle autorità regionali e a quelle mediche, firmata dai segretari di zona, chiede riscontri immediati per la sicurezza degli operatori sanitari spiegando che se così non fosse si procederebbe anche alla denuncia per i reati di diffusione colposa di epidemia e, dove necessario, di tentate lesioni o omicidio colposo.