L’uomo di Similaun fu realmente ucciso nel ghiaccio? I Neandertaliani del Circeo erano cannibali? E l’archeologia può essere il movente di uno o più omicidi? Sono alcune domande che fanno parte dell’intreccio di Quasi giallo, romanzo di archeologia dell’archeologo Enrico Giannichedda che verrà presentato sabato 18 ad Aulla nel corso della prima serata delle Notti dell’Archeologia, organizzata dagli Amici di San Caprasio e dal Comune di Aulla e dedicata, nel decennale della morte, al ricordo del professor Tiziano Mannoni.
Enrico Giannichedda è un archeologo indipendente che oltre a saggi dedicati agli scavi effettuati ha scritto diversi testi di metodologia adottati in varie università tra i quali l’importante Archeologia della produzione, scritto con Tiziano Mannoni e pubblicato da Einaudi. In Lunigiana Giannichedda ha scavato a San Caprasio, a Montecastello e nella Pieve di Sorano.
Alla manifestazione hanno aderito il Centro Aullese di Ricerche e Studi Lunigianesi, l’Associazione “Manfredo Giuliani”, l’Istituto Internazione di Studi Liguri sezione Lunense, il Centro lunigianese Studi Danteschi, il Cenacolo Artistico Letterario “Micheloni”, l’Associazione Etrusca Luni, la Rete Museale- Terre dei Malaspina e delle Statue Stele.
La serata, introdotta dal sindaco Roberto Valettini, si terrà all’aperto nel cortile delle Suore, con posti distanziati e con possibilità di accesso su prenotazione per sole 100 persone: sono rimasti disponibili una trentina di posti; in caso di pioggia la serata si svolgerà nel teatrino parrocchiale.
Sabato prossimo 25 luglio nella seconda serata – dice il direttore del Museo di san Caprasio Riccardo Boggi – si parlerà delle radici genetiche della Lunigiana: Marco Grassi appassionato ricercatore, rivelerà sorprendenti scoperte fatte in Lunigiana, proporrà una collaborazione tra genetica e archeologia e ci sorprenderà parlando anche di Napoleone.