7 Novembre 2024, giovedì

Rossi a Prato contro il fascismo

“Queste persone dovrebbero ringraziare l’antifascismo, la Resistenza, la Costituzione, che consente loro di poter commemorare con una modalità che a mio parere ha a che fare con l’apologia di fascismo, un episodio con conseguenze per il Paese, cioè la costruzione dei Fasci di combattimento, da cui sono derivati per il Paese vent’anni e più di rovine, lutti, perdita di libertà e distruzione del tessuto democratico”. Così il presidente Enrico Rossi, che oggi era in piazza a Prato per partecipare alla manifestazione antifascista in risposta a quella organizzata da Forza Nuova.
Parlando con i giornalisti, Rossi ha detto: “Credo che siano una miserrima minoranza, che però fa un po’ come da dissodatore del terreno per altre forze ben più ampie, che si richiamano a questa modalità, a queste pulsioni fasciste, a questa idea che non possa esserci convivenza. Mi pare che bisogna reagire, e Prato lo ha fatto d’istinto, a partire dal sindaco, ma tante altre forze, persino la Chiesa cattolica, che ho apprezzato moltissimo. E ritrovare le ragioni fondamentali del nostro vivere civile, che sono scritte nella Costituzione. Questo mi pare il punto, quindi la manifestazione di oggi, che mi pare stia riuscendo, mi sembra senz’altro positiva”.
“Questi mi sembrano gruppetti – ha aggiunto Enrico Rossi – che alla fine hanno poca influenza, le loro ronde spaventano più che rassicurare, si rifanno nella simbologia, nei loro miti, al fascismo, che è stato definitivamente sconfitto. E tuttavia la storia, anche se non si ripete, può fare le rime e possono esserci molte assonanze, può crearsi una forma di regime di massa, reazionario, fondato sul colpevolizzare chi è diverso, sulla mancanza di dialogo, sulla mancanza di politiche di integrazione, sul mancato riconoscimento di diritti, e questo è molto pericoloso. Naturalmente a quella idealogia si ispira, da quella ideologia prende spunto, persino nel linguaggio, nelle battute: ‘Noi ormai dell’Europa ce ne freghiamo’, e così via, si può continuare. Avevamo una Lega antifascista con Bossi. Con Salvini ancora non è chiaro se questa Lega nazionale su questo fronte abbia una posizione molto netta, precisa, non mi risulta: idealmente, anche se non nei fatti, ci mancherebbe”.
“Le preoccupazioni è bene che esistano e io penso che sia stato anche un errore, rispetto alle reazioni che ha avuto la città, mi sono espresso anche su questo, consentire prima l’idea del corteo, che poi per loro è una marcia, sono inquadrati militarmente. La Prefettura li ha autorizzati – ha sottolineato Rossi -, questi argomenti penso non sfuggano al Viminale. Io mi ero rivolto direttamente a Salvini, avrebbe avuto la possibilità di prendere una posizione netta. Se è il ministro della sicurezza, come vuole presentarsi, perché adesso ci sono negozi chiusi, ci sono banche che hanno deciso di mettere transenne, si è creato inutilmente un clima di tensione? Quindi ci sono stati una sequela di errori, che sarà bene in Toscana non commettere più”.
“Voglio mettere il dito anche sulle ronde – ha detto ancora il presidente – Noi non abbiamo bisogno di ronde di parte che spaventano i cittadini, noi abbiamo bisogno di sicurezza che venga dagli uomini dello Stato, dalla polizia, dai carabinieri, dalla guardia di finanza. C’è una dichiarazione che fa accapponare la pelle da parte di questo Fiore, che come sapete è già stato condannato per reati pesanti. Lui dice: lo Stato non esiste più, a questo punto occorre una rivoluzione nazionale e populista. No: lo Stato deve esistere, deve farsi rispettare e deve essere uno stato democratico, fondato sull’antifascismo e sulla Costituzione”.

Diego Remaggi
Diego Remaggihttp://diegoremaggi.me
Direttore e fondatore de l'Eco della Lunigiana. Scrivo di Geopolitica su Medium, Stati Generali e Substack.

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