“I numeri della povertà crescono nell’anno della pandemia, ma in maniera contenuta (+0,2%), grazie alle politiche messe in atto a livello nazionale e regionale. E questo ci dà preziosi indicazioni anche per il 2021 quando gli effetti della congiuntura economica si faranno sentire ancora di più”. Così l’assessore regionale alle politiche sociali Serena Spinelli sintetizza i contenuti del quarto rapporto sulle povertà in Toscana curato dall’Osservatorio regionale toscano in collaborazione con Anci Toscana e dal “Dossier sulle povertà nelle diocesi toscane – anno 2020” di Caritas Toscana.
Entrambi questi strumenti sono stati presentati venerdì scorso a Firenze nel corso di un evento online organizzato dall’Osservatorio regionale toscano e da Anci Toscana.
“Se confrontiamo i numeri assoluti del 2019 con quelli del 2020 – ha proseguito l’assessora – notiamo che l’emergenza Covid produce in Toscana un aumento delle persone sotto la soglia della povertà di circa 16.000 unità: si passa infatti da 105.000 del 2019 a 121.000. Un dramma, certamente, ma contenuto e arginato fino a questo momento dall’insieme degli ammortizzatori sociali, dei contributi, dei ristori, dal rilancio delle assunzioni in comparti fondamentali del pubblico impiego, dal blocco dei licenziamenti. Politiche che hanno concretamente frenato l’aumento della povertà. A questo, in ambito regionale si sono aggiunte importanti misure di intervento già promosse e altre previste per corrispondere agli effetti sociali dell’emergenza sanitaria e per sostenere la rete dei servizi territoriali e il Terzo Settore”.
I rischi maggiori, secondo Serena Spinelli, sono nell’anno in corso, quando si concentreranno gli effetti della congiuntura economica: ”Nel 2021 le stime presentate oggi parlano di 58.000 persone che pur non trovandosi nella condizione della povertà, in assenza delle misure sopra richiamate, vedrebbero aumentare la probabilità di un peggioramento delle proprie condizioni di vita al punto da cadere sotto la soglia di povertà. La pandemia aumenta in maniera consistente il rischio povertà per fasce della popolazione finora non esposte a tale rischio e impone a tutte le istituzioni coinvolte di interrogarsi sull’adeguatezza delle risorse e degli strumenti a disposizione per rispondere al bisogno crescente”.
Il rapporto annuale nell’anno della pandemia
La presentazione del Rapporto sulle povertà in Toscana e del Dossier Caritas è un momento di riflessione sulle dinamiche relative al complesso fenomeno delle povertà in Toscana. Consente di monitorare nel tempo la sua evoluzione.
In quest’anno incomparabile con tutti gli altri per la pandemia, gli estensori del rapporto, invece di analizzare l’anno precedente (che sarebbe stato il 2019) hanno deciso di offrire un’immagine attuale e in divenire degli effetti sociali dell’emergenza sanitaria sulle fasce più deboli della popolazione per offrire uno strumento da poter utilizzare nell’immediato.
I numeri della povertà
La povertà assoluta è misurata confrontando il reddito familiare con le soglie di povertà assoluta, stimate dall’ISTAT per area geografica, tipologia di Comune e caratteristiche familiari (numerosità ed età dei componenti).
Su queste basi 121.000 persone in Toscana vivono sotto la soglia di povertà pari al 5,4% della popolazione. Erano 106.000 (5,2%) nel 2019.
L’arrivo della pandemia ha però rischiato di far salire esponenzialmente il numero: nella prima fase del lockdown la percentuale di poveri è salita addirittura al 9% arrivando a interessare 227.000 individui, per poi tornare a scendere grazie agli strumenti messi in atto fino al 5,4% finale.
Chi sono i ‘poveri’ in Toscana
Al di sotto della soglia di povertà troviamo soprattutto persone giovani (ben il 55% dei poveri hanno meno di 35 anni), la situazione di indigenza tocca in misura maggiore le famiglie di immigrati (17,2% dei casi) e quelle numerose (il 15% di quelle con almeno 5 componenti).
A livello territoriale le maggiori criticità si riscontrano nelle aree urbane, nella costa e nel sud della Regione.
La pandemia e il lavoro
Nel 2020 ogni toscano ha mediamente prodotto 3.400 euro di reddito in meno; un dato che corrisponde, secondo i ricercatori, a una caduta del Pil di 11 punti. Questa situazione non ha avuto effetti diretti sull’occupazione grazie alla cassa integrazione a al blocco dei licenziamenti.
Secondo i rilievi statistici illustrati stamani, nel 2020 ogni toscano ha perso mediamente come reddito disponibile, in termini di potere d’acquisto, 730 euro ed ogni famiglia 1.600 euro. I redditi da lavoro autonomo sono scesi (-10%) più di quelli da lavoro dipendente (-5%), i giovani hanno avuto cali più consistenti (-6%) degli over 50 (-4%).
L’emergenza Covid, hanno evidenziato i ricercatori, ha però toccato molto più duramente le fasce più deboli della popolazione: il lockdown ha avuto un effetto amplificatore della diseguaglianza ampliando la forbice tra ricchi e poveri.
I ‘nuovi poveri’ secondo il rapporto Caritas
Sono 19.310 le persone che si sono rivolte ai servizi delle Caritas toscane per chiedere in varie forme aiuti alimentari, economici, sostegni educativi o altro nei primi nove mesi del 2020, circa i quattro quinti (83,5%) delle 23.139 incontrate in tutto il 2019 e il 33,7% di essi – uno su tre, corrispondenti a 6.563 nuclei – riguarda famiglie che non si erano mai rivolte ad un Centro d’Ascolto prima del 10 marzo 2020, data del primo lockdown.
Anche se il ritmo d’incremento restasse costante sino a fine 2020 (ed è lecito supporre che in realtà sia aumentato in conseguenza delle nuove restrizioni), a fine dicembre si arriverebbe a oltre 8.500 nuclei che si sono rivolti per la prima volta ai servizi degli uffici pastorali della diocesi Toscane, quasi tutti successivamente al 10 marzo.
Un monitoraggio effettuato dalla Caritas permette anche di capire chi siano questi ‘nuovi poveri’. Secondo il questionario una significativa richiesta di aiuto è arrivata da parte di disoccupati che erano già senza lavoro prima della pandemia ma che, magari, riuscivano a sopravvivere grazie al sostegno dei congiunti (i genitori piuttosto che il coniuge o i fratelli), adesso anch’essi ritrovatisi in una situazione di difficoltà economica. Ma soprattutto sono entrati nella fascia di povertà lavoratori della cosiddetta “area grigia”, un po’ borderline fra il precariato e il sommerso e ancora lavoratori autonomi costretti a fermarsi causa lockdown e dipendenti che non avevano ancora percepito la Cassa Integrazione Guadagni (Cig) o l’avevano ricevuta con notevole ritardo.
Gli interventi regionali per la lotta alla povertà
Fondo Sociale Europeo
– nel 2020 sono stati finanziati e avviati i progetti per l’accompagnamento al lavoro delle persone nell’area disabilità e salute mentale per 13,9 mln e poi sono stati finanziati recentemente 30 mln per contributi affitti, aiuti alimentari e sostegno domiciliare.
– nel 2021 sul Fondo Sviluppo e Coesione saranno promossi due nuovi avvisi per progetti di inclusione sociale per oltre 24 mln.
Fondo di Solidarietà Interistituzionale
La Regione nel 2020 ha interamente dedicato in via straordinaria al tema dell’emergenza sanitaria il Fondo di Solidarietà Interistituzionale previsto dalla LR 41/2005 a favore delle 26 zone distretto, destinando 3 mln per sostenere azioni e servizi territoriali volti a corrispondere alla grave crisi socioeconomica indotta dalla pandemia.
Interventi per aiuti alimentari
Nel 2020 sono stati assegnati in via straordinaria 3 mln dalla Regione alle Zone distretto e Società della salute per l’attivazione del servizio spesa a domicilio, a sostegno di anziani fragili, a integrazione delle analoghe misure promosse nello stesso periodo a livello nazionale e rivolte a tutti i comuni italiani.
Il Terzo Settore
La Regione Toscana ha fortemente sostenuto, in sede di confronto Stato-Regioni la destinazione finalizzata dei contributi a favore delle organizzazioni di volontariato e delle associazioni di promozione sociale impegnate sul territorio in interventi e azioni supporto delle persone e dei nuclei familiari coinvolti nell’emergenza epidemiologica, stanziando complessivamente oltre 7,7 mln.
La Cabina di regia regionale
Nel corso del 2020 è stata sviluppata una Cabina di regia regionale per il coordinamento delle azioni in materia di inclusione sociale e lotta alla povertà. Nata anni fa per integrare le misure del Reddito di cittadinanza è stata rinnovata con l’obiettivo di promuovere il più ampio raccordo tra le diverse linee di intervento di livello nazionale, regionale e locale e i vari livelli di governo territoriale in materia di contrasto alla povertà.