Sarà visibile dal 14 dicembre 2019 all’8 febbraio 2020 (con vernissage il 13 dicembre alle ore 18.00) la personale di Alessandro Fabbris “POST” presso la Galleria Valeria Lattanzi – Contemporary Art di Via Cavour 6 a Carrara, curata da Marco Signorini.
Torinese classe ’77, Fabbris è un artista visivo, concretizza una ricerca artistica spaziando tra la pittura e la fotografia, indagando il ruolo dell’immagine all’interno dei nuovi media e la relazione che esiste tra gli elementi propri della grammatica visiva e la narrazione contemporanea.
Il suo lavoro si sviluppa su diversi supporti trasparenti – acetati, lucidi, vetri- che vengono dipinti con pigmenti o stampati, sovrapposti o stratificati e composti il più delle volte in polittici e installazioni site specific per dar vita a un dialogo che affonda le sue radici nel passato della storia dell’arte per aprirsi al presente.
Laureatosi all’Accademia Albertina di Torino in Pittura nel 2002 e in Arti Visive con indirizzo Pittura nel 2006, ha seguito il Master in Fotografia presso l’Accademia di Brera a Milano.
Tra le sue personali si segnalano, nel 2004 “L’imperio della luce” curato da Antonio dall’Igna e Renato Galbusera a Torino e nel 2007 “Anatomia di un processo narrativo” curato dal Circuito Giovani Artisti di Asti. Numerosissime le collettive dal 2004 al 2016 in Italia e all’estero, con delle opere presenti anche nel film “Se mi vuoi bene” di Fausto Brizzi.
In mostra saranno presentate alcune serie di lavori, alcune inedite, che vertono sul rapporto che intercorre tra immagine e medium utilizzato.
Tre sono le serie attraverso le quali si esprime l’arte di Alessandro Fabbris: “Icone” sono le
immagini “sacre” della Storia dell’Arte, provenienti dalla scansione di alcune cartoline e cataloghi acquistati da bookshop di musei o prelevate direttamente dal web, che convivono con immagini scattate in studio, perdendo da un lato e acquisendone dall’altra la ” sacralità”, trasformandosi in nuove icone del contemporaneo; “Porno/Amatorial” sono fotografie manipolate in post-produzione provenienti dal mondo del porno e dello scambismo, sia amatoriali che tratte da archivi personali o pellicole cinematografiche, di cui vengono ripresi frammenti; “Procedimenti meccanici” sono lavori nati fotografando alcuni particolari di opere precedentemente dipinte con pigmenti su acetati, da elaborazioni digitali di scansioni di luci realizzate con scanner a coperchio aperto e da fotografie di paesaggio, poi post-prodotte in digitale.
L’opera “Noise” nasce unicamente dall’elaborazione del rumore digitale delle fotocamere e “Appunti e Grand Tour” fanno riferimento ad alcuni viaggi compiuti nel nostro Paese, ripercorrendo alcune tappe del Grand Tour del XVII secolo.