Dopo il crollo del ponte che collega la strada statale 62 della Cisa ad Albiano Magra sono tanti gli interrogativi ad essere nati sulla natura dell’incidente. Come è ormai noto i tecnici dell’ANAS hanno effettuato un sopralluogo sul ponte il 3 novembre scorso in seguito alla formazione di una crepa, accompagnati dall’assessore all’urbanistica del comune di Aulla e dalla Polizia di Stato, certificando di fatto che il ponte non era pericolante e che non erano necessarie limitazioni al traffico veicolare.
Gli interrogativi che nascono ora sono rispetto alle perizie e ai controlli svolti dall’ANAS, se si sia trattato di controlli generici o di prove di carico e di portabilità effettivamente al momento non è dato sapere.
Nel frattempo ANAS ha confermato al nostro giornale di avere avviato una commissione di indagine per accertare la dinamica e le cause del crollo.
La costruzione del ponte, costituito da una serie di cinque arcate in calcestruzzo con lunghezza complessiva di 258 metri, risale all’anno 1908 ed è stato ricostruito nel secondo dopoguerra; l’opera, unitamente a tutta l’arteria, è entrata in gestione ad ANAS a novembre del 2018, a seguito dell’emanazione del DPCM 20 febbraio 2018, recante una revisione complessiva della rete stradale di interesse nazionale e della rete stradale di interesse regionale, in particolare quella toscana.
L’infrastruttura era, fino a tale data, gestita dalla Provincia di Massa e Carrara.
A partire dal 2019, il ponte è stato oggetto di sopralluoghi e verifiche periodiche, anche rispetto a segnalazioni degli enti locali, che tuttavia non hanno evidenziato criticità.
“Allo stato non è possibile ipotizzare le cause del crollo improvviso dell’intera struttura – dichiara l’azienda – Sono in corso di verifica, di concerto con gli Enti locali, percorsi di viabilità alternativa da attivare nell’immediato”.
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Diego Remaggi
Direttore e fondatore de l'Eco della Lunigiana. Scrivo di Geopolitica su Medium, Stati Generali e Substack.
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