domenica 22 Dicembre 2024

Ospedale Covid a Pontremoli: accesa protesta degli amministratori di centrodestra in Lunigiana

Da ieri in Lunigiana non si parla d’altro: la trasformazione dell’ospedale di Pontremoli in struttura Covid. La notizia ha destato una levata di scudi da parte degli amministratori locali di centrodestra, ma non solo, che hanno preso una posizione nettamente contraria alla scelta della direzione sanitaria della Asl Toscana nord ovest.
Solo qualche giorno fa la direttrice generale dell’azienda Maria Letizia Casani aveva dichiarato: “L’emergenza Coronavirus in Toscana è al livello 3 di allerta (intorno ai 1300 ricoveri) e la Regione ha chiesto alle Asl di iniziare ad utilizzare in questa fase anche i piccoli ospedali, per alleggerire la pressione sui presidi più grandi.
Gli ospedali più piccoli interessati sono quelli che fanno parte del nostro sistema, come Pontremoli, Fivizzano, Barga, Volterra, Cecina e Piombino. Quindi, la risposta verrà fornita da tutta la nostra rete ospedaliera, anche perché questo è l’unico modo per assistere in maniera adeguata la cittadinanza, anche tenendo conto della difficoltà che abbiamo in questo momento (ed è un problema che non riguarda solo la nostra Azienda) a reperire il personale medico ed infermieristico di cui avremmo necessità”.
(Per l’intervista integrale guarda il video https://youtu.be/LLtjX86H1fc)

A prendere una posizione innanzitutto il sindaco di Pontremoli Lucia Baracchini che ha dichiarato sul canale social ufficiale del suo ente: “Sono davvero rammaricata e preoccupata delle scelte della Regione e dall’Azienda Usl circa la destinazione da dare all’Ospedale di Pontremoli in questa fase di emergenza Covid. Lo sono sia per il metodo utilizzato per assumerle ed attuarle, sia per le conseguenze che potrebbero determinare.
Ieri, infatti, dopo che nei giorni scorsi si erano susseguite sul tema alcune telefonate interlocutorie con l’Azienda e, sostanzialmente, si attendeva il confronto tra quest’ultima ed i Sindaci interessati, ho saputo invece che la decisione era già presa, che gli allestimenti erano in corso e che i trasferimenti dei pazienti sarebbero seguiti a breve. Così è avvenuto o sta avvenendo.
Credo che agire in questo modo non solo non sia corretto, ma crei rabbia e confusione tra personale sanitario e cittadini.
Ritengo sia doveroso un urgente ripensamento e per questo mi sono rivolta direttamente al neo Assessore Regionale, sperando in un suo fattivo intervento.
A Pontremoli, i reparti di Medicina e di Rianimazione dove andrebbero alloggiati i Covid (e non solo quelli) sono obsoleti anche per malati no Covid.
E’ davvero difficile immaginare che le cose possano svolgersi ad un livello di efficienza e di sicurezza accettabile.
Senza contare, poi, che le visite ambulatoriali saranno interrotte, così come si inciderà sensibilmente su altri servizi ordinari e sulla chirurgia di elezione.
Mi auguro quindi che il nuovo responsabile della sanità Toscana, prima che si debbano contare i danni, voglia prendere una posizione netta e consapevole, disponendo di tornare indietro”.

Le danno manforte i sindaci del centrodestra lunigianese, di Casola Riccardo Ballerini , di Villafranca Filipppo Bellesi, di Licciana Nardi Renzo Martelloni  e di Tresana Matteo Mastrini che affermano: “In quanto rappresentanti dei cittadini e del territorio ci aspettavamo, anzi tutto, di essere interpellati e coinvolti nelle scelte e invece registriamo l’ennesima imposizione dall’alto.
All’Ospedale di Pontremoli chiediamo da tempo investimenti strutturali: si tratta di un presidio che necessita di interventi da tempo e che invece, per lo stesso motivo, ha perso importanti servizi.
Per questo diventa difficile accettare che un sabato di novembre qualcuno decida in silenzio, senza avvisare chi ci lavora, chi è ricoverato e chi rappresenta i cittadini, di modificare la gestione di un Ospedale.
La nostra idea è questa: sarebbe stato giusto mantenere e rafforzare a Pontremoli le prestazioni per tutte le specialità diverse dal Covid.
Sarebbe stato utile destinare al Covid il vecchio Ospedale di Massa, su cui la Regione ha speso ingenti risorse.
Sarebbe stato urgente assumere il personale necessario a riaprire il presidio massese.
Ad oggi, per quanto Asl e Regione avrebbero già deciso di fare, non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione ufficiale.
Ci era stato detto che avremmo potuto esprimere le nostre richieste martedì prossimo, in un incontro in video conferenza con il Direttore dell’Asl Toscana Nord Ovest, Maria Letizia Casani.
Prendiamo atto che nulla di tutto questo è stato fatto e quindi, oltre a rammaricarcene, chiediamo a questo punto quale sarà il destino di tutti i pazienti che si rivolgevano all’Ospedale per le altre patologie”.

Dello stesso avviso Francesco Mazzoni, capogruppo di minoranza di Open Pontremoli che dichiara: “Sono fermamente contrario, sia per il contenuto che per il metodo.
La soluzione messa in atto a Marzo:
– con il Noa ospedale Covid,
– con decine di posti letto, pagati e allestiti appositamente per l’emergenza, nel monoblocco di Carrara e nell’ex ospedale di Massa;
– con Pontremoli e Fivizzano ospedali no Covid, destinati alle altre urgenze e al mantenimento delle attività ordinarie ha funzionato.
Non si capisce per quale motivo l’Azienda Sanitaria voglia cambiare linea. I soldi spesi nei posti letto al monoblocco di Carrara e all’ex ospedale di Massa? Bisogna usare quelle strutture e destinarle ai pazienti Covid”.

A prendere posizione anche il comitato Sos Salute Lunigiana: “Per quanto riguarda la situazione del nosocomio Pontremolese siamo rimasti sconcertati dal fatto che gli amministratori politici locali non siano stati in alcun modo coinvolti o informati, se non a cose fatte. Non sarebbe stato forse più opportuno utilizzare i vecchi ospedali di Massa e Carrara, a cui al momento manca solo il personale? Per quanto riguarda invece la struttura della D. Gnocchi  i quesiti che ci poniamo sono: perché fermare l’attività di riabilitazione in favore dei ‘ricoveri Covid’ dato che si tratta di un polo di eccellenza? Dove verrà svolta la riabilitazione nei prossimi mesi? Finita, si spera il prima possibile, l’emergenza l’attività svolta dalla struttura del Don Gnocchi verrà riattivata come prima?”.

Anche i coordinatori di Forza Italia provinciale, Rita Galeazzi, e comunale, Manuel Buttini, sono sulla stessa linea: “Asl e PD, cioè azienda e partito che governa la sanità toscana, hanno inviato oggi i loro dirigenti a Pontremoli per calare la sciagurata scelta dall’alto. A loro, del territorio e dei suoi rappresentanti, poco importa. Lo hanno sempre dimostrato e lo confermano oggi. Pensiamo subito alle conseguenze: le attività ambulatoriali del quinto piano saranno probabilmente sospese da lunedì. Il pronto soccorso sarà dedicato al Covid e gli accessi spostati a Fivizzano oppure a Massa. Chirurgia sarà ridotta perché rianimazione verrà dirottata al Covid. Al Covid sarà dedicata anche medicina. Così l’Asl otterrà in tutto 14 posti letto Covid. Questo senza considerare le condizioni dell’ospedale, degli spazi e degli impianti.Anche i pazienti del pronto soccorso dovranno essere spostati. Se pensiamo a tutto il tempo trascorso in estate e alle risorse spese per il vecchio ospedale di Massa, dove si sarebbe potuto fare bene quello che oggi si fa, male, ci rendiamo conto di tutti gli errori che sono stati commessi”.

Unica voce fuori dal coro quella del gruppo Praticamente Democratici di Pontremoli, che dichiara: “Se da un punto di vista politico è comprensibile l’ira dei sindaci che si sentono non coinvolti nelle decisioni che riguardano il loro territorio, non è per noi condivisibile in questo momento storico agire con i toni che tutti abbiamo letto.
Nonostante gli sforzi fatti in questi mesi, siamo un paese che purtroppo si fa sempre trovare impreparato, ma che poi grazie alle migliori energie spicciole che partono sempre dal basso, alla dedizione e alla generosità delle categorie più esposte riesce a salvarsi. Dare uno sfogo temporaneo ma fondamentale all’attività complessa dell’Ospedale Apuane per garantire una risposta anche ai bisogni non Covid dei cittadini, oncologici, chirurgici, cardiologici, è l’unico motivo accettabile per questa scelta, quindi è doveroso in questo momento collaborare, ma questo non può ancora una volta passare sopra la testa di chi opera in prima linea come se niente fosse.
Le peculiarità dell’edificio dell’ospedale di Pontremoli, che è fortemente interconnesso, spaventano giustamente gli operatori e i cittadini. Non si tratta neanche di questioni campanilistiche (e anche basta però di spartizioni campanilistiche nelle nomine dei responsabili e di differenziazioni di trattamento, rapporto degenti/assistenti, monitoraggi statistici, ecc).
Oggi è improcrastinabile davvero che ognuno debba fare la sua parte in questa crisi, ma questo significa anche che pretendiamo risposte ineccepibili sulla sicurezza attuativa di tale decisione e nella piena trasparenza che è dovuta da un’azienda pubblica. Monitorare costantemente l’organizzazione sanitaria dovrebbe essere la priorità sempre, ancor di più in questa pandemia i mesi trascorsi dovevano servire a immaginare, programmare e sostenere un’adattabilità del sistema al pericolo che incombeva.
Auspichiamo che la ricerca delle responsabilità, a emergenza finita, porti un modo migliore di servire i cittadini, ma ora è il momento nel quale si devono trovare le soluzioni, presto e nel miglior modo possibile.
Riteniamo ancora una volta che il dialogo con le istituzioni sovraterritoriali rimane l’unica strada da percorrere, ma denunciamo che la politica sanitaria sul territorio non deve essere un argomento da campagna elettorale, mai! Questo è un processo che richiede l’impegno costante, giorno dopo giorno, di tutti i soggetti che vi operano per discutere e migliorare i servizi e i progetti che hanno un impatto così forte sulle comunità. Con questo obiettivo continuerà il nostro impegno, silenzioso e fattivo, al di là di proclami e sensazionalismi”.

Diego Remaggi
Diego Remaggihttp://diegoremaggi.me
Direttore e fondatore de l'Eco della Lunigiana. Scrivo di Geopolitica su Medium, Stati Generali e Substack.

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