“Sembra di vivere una situazione surreale. Sono vari mesi che sollecitiamo l’Azienda Usl Toscana Nord-Ovest perché organizzi un sistema atto a monitorare il personale infermieristico delle Apuane e della Lunigiana. Inoltre, dal mese di maggio, stiamo chiedendo di dare la possibilità di fare 1 tampone ogni 30 giorni a chi lavora in setting o servizi “No-Covid” e 1 tampone ogni 15 giorni per chi lavora in setting o servizi “Covid”, fino alla fine della pandemia”. A darne notizia sono il Segretario territoriale Nursind Massa Carrara Diego Vatteroni e il Segretario Aziendale ex Ausl1 Massa Carrara Nicola Andreani.
“Da Aprile ad oggi non abbiamo avuto alcuna risposta esaustiva, piuttosto ci è stato detto che il sistema di controllo viene svolto dalla medicina preventiva sulla base delle schede compilate dai singoli operatori, ogni volta che questi ultimi vengono a contatto con pazienti o colleghi positivi al Covid-19”.
“Tale sistema si è dimostrato inefficace infatti, specialmente nella zona delle Apuane, si registrano circa 50 infermieri in malattia con Covid, e c’è da sottolineare che il numero aumenta di giorno in giorno.
“Ad oggi, queste assenze vanno a compromettere lo svolgimento dei servizi – spiegano Vatteroni e Andreani -. Nei Setting Covid intensivi, ma non solo, dell’Ospedale delle Apuane. Il personale infermieristico è costretto a prendere in carico molti più pazienti rispetto a quelli che gli spetterebbero. Tutto ciò non garantisce al cittadino la giusta assistenza e mette a rischio i professionisti infermieri”.
“A sostegno delle nostre richieste vi è stata una delibera regionale, la n.96 di Ottobre 2020, la quale impone alle Aziende Sanitarie di effettuare lo screening del personale sanitario al fine di tutelare i professionisti ed i cittadini”.
“Ad oggi diciamo pubblicamente ad Azienda Usl Toscana Nord-Ovest, in particolare al Dipartimento della Prevenzione, di mettere in campo un sistema per monitorare costantemente la salute degli Infermieri delle Apuane e della Lunigiana, una completa revisione dei percorsi Covid e “No-Covid” in tutti i presidi Ospedalieri e Territoriali, e sempre all’interno di questi, un’intensificazione della sanificazione e pulizia oltre che dei percorsi anche dei luoghi comuni come, ad esempio, le docce del personale ed i setting non dotati di microclima, come il Pronto Soccorso delle Apuane e tutti i servizi territoriali. Se ciò non accadrà – conclude il sindacato -, siamo pronti a rivolgerci alle autorità competenti”.
“Da Aprile ad oggi non abbiamo avuto alcuna risposta esaustiva, piuttosto ci è stato detto che il sistema di controllo viene svolto dalla medicina preventiva sulla base delle schede compilate dai singoli operatori, ogni volta che questi ultimi vengono a contatto con pazienti o colleghi positivi al Covid-19”.
“Tale sistema si è dimostrato inefficace infatti, specialmente nella zona delle Apuane, si registrano circa 50 infermieri in malattia con Covid, e c’è da sottolineare che il numero aumenta di giorno in giorno.
“Ad oggi, queste assenze vanno a compromettere lo svolgimento dei servizi – spiegano Vatteroni e Andreani -. Nei Setting Covid intensivi, ma non solo, dell’Ospedale delle Apuane. Il personale infermieristico è costretto a prendere in carico molti più pazienti rispetto a quelli che gli spetterebbero. Tutto ciò non garantisce al cittadino la giusta assistenza e mette a rischio i professionisti infermieri”.
“A sostegno delle nostre richieste vi è stata una delibera regionale, la n.96 di Ottobre 2020, la quale impone alle Aziende Sanitarie di effettuare lo screening del personale sanitario al fine di tutelare i professionisti ed i cittadini”.
“Ad oggi diciamo pubblicamente ad Azienda Usl Toscana Nord-Ovest, in particolare al Dipartimento della Prevenzione, di mettere in campo un sistema per monitorare costantemente la salute degli Infermieri delle Apuane e della Lunigiana, una completa revisione dei percorsi Covid e “No-Covid” in tutti i presidi Ospedalieri e Territoriali, e sempre all’interno di questi, un’intensificazione della sanificazione e pulizia oltre che dei percorsi anche dei luoghi comuni come, ad esempio, le docce del personale ed i setting non dotati di microclima, come il Pronto Soccorso delle Apuane e tutti i servizi territoriali. Se ciò non accadrà – conclude il sindacato -, siamo pronti a rivolgerci alle autorità competenti”.