Nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA): novità e impatti sulla sanità
Il 30 dicembre 2024 entreranno ufficialmente in vigore i nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), un aggiornamento atteso da tempo che impatta direttamente sull’erogazione delle prestazioni sanitarie in Italia. La Conferenza Stato-Regioni ha trovato l’accordo per un intervento che amplia l’offerta di servizi sanitari a carico del Sistema Sanitario Nazionale (SSN), con l’intento di garantire un accesso più equo e universale alle cure. Questi aggiornamenti erano previsti già dal 2017, ma sono stati rimandati a causa di difficoltà finanziarie: l’attuazione di questi nuovi LEA comporterà un esborso di circa 550 milioni di euro in più per lo Stato ogni anno. Tra le principali novità figura l’inclusione di oltre 3000 prestazioni a carico del SSN, per trattamenti, visite e interventi che fino ad oggi erano accessibili solo privatamente. Questo rappresenta una svolta importante, in quanto, secondo i dati ISTAT, nel 2023 oltre il 4% della popolazione italiana ha rinunciato a curarsi per l’impossibilità di sostenere i costi di esami e cure.
A partire dal 30 dicembre, i cittadini potranno accedere gratuitamente o con il pagamento di un ticket ridotto a queste nuove prestazioni, che saranno offerte tanto nelle strutture pubbliche quanto in quelle private convenzionate. Alcune regioni, che già da tempo avevano intrapreso questo cammino, non vedranno grandi differenze rispetto a quanto già previsto autonomamente.
Le novità principali
Tra le prestazioni più attese, vi è l’ampliamento delle cure per la procreazione medicalmente assistita, un tema di grande rilevanza sociale. Questo intervento prevede una serie di trattamenti per il concepimento che fino ad ora sono stati difficili da accessibile per motivi economici e di scarsità di strutture. Un altro importante aggiornamento riguarda l’inclusione della diagnosi e del monitoraggio della celiachia, una patologia che colpisce circa l’1% della popolazione italiana ma che, per difficoltà diagnostiche, potrebbe essere sottostimata. I nuovi LEA vedono anche l’inserimento di nuove malattie rare, che garantiranno l’esenzione automatica dai costi per le cure. Tra queste, spicca il riconoscimento dell’endometriosi, una patologia cronica che interessa circa 1 donna su 10 e che fino ad oggi ha avuto un trattamento limitato. Inoltre, saranno previsti esami e visite per chi soffre di disturbi alimentari e screening neonatali per patologie finora non incluse, come l’atrofia muscolare spinale (SMA), che alcune regioni avevano iniziato a trattare autonomamente. Le innovazioni si estendono anche al campo della diagnostica, con nuove tecniche come la diagnostica molecolare e l’enteroscopia tramite microcamera ingeribile. Anche nel trattamento dei tumori, ci saranno novità importanti, come l’introduzione di terapie avanzate come l’adroterapia e la radioterapia stereotassica.
Protesi e disabilità
Un altro passo avanti riguarda la protesistica, con l’inclusione di nuove prestazioni a carico del SSN, come ausili informatici e di comunicazione per le persone con disabilità, oltre a dispositivi per l’adattamento degli ambienti domestici e arti artificiali ad alta tecnologia.
Aggiornamenti sulle tariffe
Infine, l’accordo ha aggiornato anche le tariffe per oltre un terzo delle prestazioni sanitarie. Le tariffe rappresentano l’importo che lo Stato riconosce alle Regioni per il rimborso delle prestazioni sanitarie, come esami del sangue o radiografie. Se i costi sostenuti dalle Regioni superano l’importo previsto, esse dovranno coprire la differenza con risorse proprie. Le tariffe determinano anche l’importo che le strutture private convenzionate ricevono per le prestazioni erogate. L’aggiornamento dei LEA rappresenta un passo importante verso una sanità più equa, ma anche una sfida per le amministrazioni regionali, chiamate a gestire e finanziare un ampliamento delle prestazioni senza compromettere la qualità dei servizi.