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Nuova Zelanda attacco terroristico in due moschee, 49 le vittime. Strage filmata in diretta facebook

Brenton Tarrant, l’ideatore e guida dei massacri avvenuti ieri pomeriggio in due moschee neozelandesi, descrive sé stesso come un “normale uomo bianco”. Così si legge nel suo manifesto, pubblicato online poco prima del massacro. In esso afferma di essersi ispirato alla strage compiuta ad Utoya, in Norvegia, da Anders Breivik, nel 2011 e di voler uccidere stranieri invasori.
Due le moschee di Christchurch colpite da un commando formato da quattro persone, 49 i morti. Il primo attacco è avvenuto alla moschea di Al Noor, in cui quattro persone, guidate dal ventottenne australiano Brenton Tarrant, hanno fatto 41 vittime. I killer hanno prima attaccato la sezione maschile e poi si sono spostati nella sala preghiere femminile. Poco dopo è avvenuto l’assalto e l’uccisione di altre otto persone nella moschea di Masjid, nel sobborgo di Linwood. La dinamica del secondo attacco non è ancora chiara, ma comporterebbe delle auto cariche di esplosivi. A sparare sarebbe stato un commando formato da 3 uomini e una donna, che la polizia è successivamente riuscita a fermare. Qui il bilancio sarebbe potuto essere peggiore se un ragazzo non fosse intervenuto per disarmare a mani nude, l’attentatore.  Si teme comunque che ci siano altri complici, parte di una rete molto più larga.
Già da mesi il terrorista annunciava il suo folle progetto omicida su di un forum online. Ci lavorava da due anni, e sul web aveva pubblicato il suo personale manifesto ideologico in 74 pagine di teorie sulla “sostituzione etnica” da parte islamica e attacchi contro gli “stranieri invasori”, ed è qui che il terrorista indica come propria fonte di ispirazione Anders Behring Breivik, il terrorista islamofobo norvegese. Fra gli annoverati da Tarrant, anche Luca Traini, l’estremista di destra autore dell’attacco dell’anno scorso contro i migranti a Macerata. Menzionati anche gli eroi storici delle guerre contro i musulmani, da Poitiers Lepanto: il re franco Carlo Martello, il doge Sebastiano Venier, l’ammiraglio veneziano Marco Antonio Bragadin scuoiato vivo dai musulmani. Tutti nomi scritti con il pennarello bianco sui due mitra imbracciati dall’uomo per la sua carneficina.
L’uomo ha filmato in soggettiva la strage, con una telecamera fissata sull’elmetto militare, e ha trasmesso il live su Facebook. Il video, subito ritirato dalla rete, sta purtroppo ancora circolando. Al punto che la polizia della Nuova Zelanda ha “esortato con forza” media e popolazione a non condividere quei 17 minuti di sangue girati e postati da uno dei killer. Anche molti utenti hanno esortato i social a rimuovere le terribili immagini. E infatti si è subito mossa anche Facebook, con il portavoce locale, Mia Garlick, che poche ore dopo ha confermato che il video della strage è stato rimosso.
La premier neozelandese, Jacinda Ardern, dopo la strage a Christchurch, ha annunciato in conferenza stampa che le leggi sulle armi in Nuova Zelanda “cambieranno”. Ardern ha aggiunto che il livello di allerta nel Paese rimane alto e, di conseguenza, verranno potenziate le misure di sicurezza relative al traffico aereo e alla frontiera. Il primo ministro ha anche spiegato che il killer ha utilizzato cinque armi nell’attacco, compreso un fucile semiautomatico e pistole. Arden ha poi sottolineato che questo era in possesso di una licenza per il possesso di armi.
Nell’alba di oggi, in Nuova Zelanda, uno dei quattro arrestati è stato rilasciato “perchè si trattava solo di una persona qualunque che voleva portare i figli a casa e che invece ha preso un’arma”. Lo ha riferito il commissario di polizia neozelandese Mike Bush, durante una conferenza stampa sugli sviluppi delle indagini. Restano in custodia altri due sospetti oltre al 28enne australiano Brenton Tarrant incriminato per omicidio. Bush ha precisato che sono passati solo 36 minuti tra la chiamata alla polizia e l’arresto di Tarrant. Il responsabile della strage è intanto apparso presso il tribunale distrettuale di Christchurch, in abiti bianchi da detenuto, mani ammanettate e a piedi nudi, ha sogghignato quando i reporter lo hanno fotografato in aula, affiancato da due agenti di polizia. Lo scrive il New Zealand Herald. Il terrorista è stato rinviato in custodia cautelare, senza ricorrere all’Alta Corte di Christchurch, al 5 aprile.

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