Sulla sentenza civile del per tentata concussione emessa dal Tribunale di Massa che ha stabilito un risarcimento di circa 16 mila euro a favore dell’editore Maurizio Bardi e il pagamento delle spese processuali a carico dei tre imputati: Claudio Novoa, dipendente del Gal Lunigiana e sindaco di Mulazzo, Enrico Petriccioli, ex presidente dell’ente e Giordano Manetta, ex dipendente sempre del Gal, si sono sollevate polemiche – come c’era da immaginarsi – all’interno della politica mulazzese.
I fatti risalgono a 23 anni fa quando l’editore denunciò i tre per una richiesta di pagamento di alcuni milioni di lire per ottenere la liquidazione del lavoro svolto per parte del progetto di cooperazione internazionale “I segreti dei Menhir nelle terre d’Europa”.
Dopo varie sentenze penali che hanno portato all’assoluzione degli imputati e il raggiungimento della prescrizione, ora la sentenza civile mette un nuovo punto alla vicenda.
I consiglieri comunali di “Cambiamo Insieme Mulazzo” Giorgio Santi, Letizia galanti e Sandro Fogola, commentano così la vicenda chiedendo le dimissioni di Novoa, in un comunicato che pubblichiamo integralmente.
“La recente condanna di Claudio Novoa, sindaco di Mulazzo, costituisce un fatto di straordinaria gravità, sia sul piano politico che sotto il profilo istituzionale. Ripercorrendo la vicenda, il Tribunale di Massa ha affermato che “si evincono (…) significativi e svariati indici rivelatori di una condotta concussoria”, specificando che “la condotta degli imputati”, tra i quali l’attuale sindaco, “ha integrato un tentativo di concussione”.
A riprova della rilevanza dei fatti, il Tribunale si sofferma sul “clima generalizzato di concussione ambientale afferente alla gestione dei fondi europei ad opera del GAL”.
Una vicenda del genere deve avere un’unica conclusione: le dimissioni di Claudio Novoa dalla carica di sindaco di Mulazzo.
È una questione di rispetto per i cittadini e per le Istituzioni.
Chi ricopre una carica pubblica deve essere un esempio di onestà e trasparenza.
Chi si rende autore e protagonista di una vicenda del genere non può rimanere al vertice di una Pubblica Amministrazione.
La trasparenza, l’imparzialità e l’interesse pubblico devono rappresentare la stella polare per chi amministra.
Ogni consigliere comunale del Comune di Mulazzo deve aprire una riflessione seria e gestire questo momento difficile per il nostro Comune con senso di responsabilità”.
A stretto giro è arrivata anche la replica del sindaco di Mulazzo.
“Devo constatare – afferma Novoa nella sua nota – con amarezza come, ancora una volta, i miei detrattori politici abbiano attivato la macchina del fango nei miei confronti attraverso la strumentalizzazione della sentenza civile del tribunale di Massa, che ha previsto un minimo risarcimento a favore dell’attore Maurizio Bardi, a fronte delle ben più alte richieste dallo stesso formulate.
Volendo fare confusione ad arte, viene riportata una sentenza civile – lo si ripete, una sentenza civile che come tale interessa profili solo civilistici e risarcitori – che in nessun modo e per nessuna ragione può essere ricondotta alle previsioni legislative che disciplinano e prevedono le ipotesi di incompatibilità con le cariche elettive-amministrative.
È bene ricordare infatti, per onestà intellettuale e per verità dei fatti, che le stesse vicende poste oggi a fondamento della citata sentenza civile erano state diversamente valutate in sede penale, sia dal tribunale di Massa in 1^ grado, sia dalla corte di appello di Genova in 2^ grado. In entrambi i casi i giudici di merito avevamo mandato assolti gli imputati, non avendo ravvisato in loro alcun profilo di responsabilità penale, con la più ampia formula assolutoria.
Il desiderio del gruppo consigliare di minoranza di voler ribaltare quello che è stato il risultato elettorale con la mia riconferma a sindaco appare certamente pretestuoso e strumentale oltreché assolutamente infondato, in quanto la vicenda processuale di cui alla citata sentenza non è in alcun modo riconducibile a quelle che sono le ipotesi di ineleggibilità della mia carica in base alla attuale normativa.
Non posso nascondere quanta amarezza provo per il fatto che alcune persone che mi sono state vicine in questi ultimi anni abbiano voluto strumentalizzare il contenuto di una sentenza civile pronunciata a conclusione di un percorso particolarmente sofferente per me, nonostante l’assoluzione definitiva in sede penale, al solo fine di ottenere una rivalsa politica e contro la volontà popolare nel recente voto.
Ho dato esecuzione a quanto disposto nella sentenza civile di 1^ grado pur ritenendola ingiusta, riservandomi ogni valutazione sulla proposizione di un eventuale appello, in quanto rispetto la legge e rispetto le sentenze.
Ma proprio perché rispetto la legge, ritengo che non ci siano ragioni perché io debba presentare le mie dimissioni.
Mi dispiace constatare che i firmatari di questi attacchi siano solo ottimi detrattori politici ma consiglieri poco attenti e competenti.
Quando si arriva a questo punto non esiste più la politica. Forse è proprio la mancanza di argomentazioni che li ha spinti ad agire in questo modo, che appare più dettato da interessi personali piuttosto che da quello collettivo.
Nonostante gli attacchi di cui sono oggetto e l’amarezza che ne deriva dagli stessi, ribadisco il mio impegno in favore della mia comunità con immutato entusiasmo e passione”.