Sono iniziate le perquisizioni in numerose città italiane nei confronti di 11 indagati per aver insultato e minacciato sui social il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
A individuarli sono stati i carabinieri del Ros del Reparto Anticrimine, coordinati dal procuratore capo Michele Prestipino con i pm Eugenio Albamonte e Gianfederica Dito, che hanno eseguito le perquisizioni con il supporto dei comandi Provinciali Carabinieri di Roma, Latina, Padova, Bologna, Trento, Perugia, Torino e Verbania.
Le perquisizioni rientrano in un più ampio approfondimento che la Procura della Repubblica di Roma sta svolgendo da tempo con il ROS – Reparto Anticrimine della Capitale, che già nello scorso agosto ha eseguito analogo provvedimento, per delega della stessa Autorità Giudiziaria, nei confronti di un 46enne residente nella provincia di Lecce, molto attivo su Twitter.
Le indagini del Ros hanno portato alla luce una elaborata strategia di aggressione alle più alte istituzioni del Paese. Numerosi sono stati i post e i contenuti multimediali rilevati tra aprile 2020 e febbraio 2021, anche grazie all’impiego del Reparto Indagini Telematiche, unità del Ros specializzata nelle investigazioni telematiche e web.
È stata ricostruita la rete relazionale e le abitudini social dei soggetti coinvolti, di età compresa tra i 44 e i 65 anni, tra i quali figurano impiegati e professionisti. Tra gli indagati un professore dell’Università del Molise di 53 anni, un pensionato, un ottico, due giornalisti di testate online, l’impiegato amministrativo di un ospedale di Roma e uno studente. Sono accusati di offesa all’onore e al prestigio del presidente della Repubblica e istigazione a delinquere. Tre degli indagati sono militanti di estrema destra che avrebbero avuto contatti tra loro nelle strategia legata ai messaggi minacciosi postati sui social network. I messaggi pubblicati dall’aprile del 2020 fino al febbraio del 2021 prendono di mira le scelte fatte dall’Italia per contrastare la diffusione del Coronavirus.