venerdì 21 Febbraio 2025

Memoria e riflessione nel Giorno del Ricordo ad Aulla

Due momenti significativi hanno scandito la commemorazione del “Giorno del Ricordo” nel comune di Aulla. La cerimonia si è aperta con la deposizione di una corona d’alloro in Largo delle Foibe, in omaggio alle vittime e agli esuli giuliano-dalmati. Presenti il sindaco Roberto Valettini e l’assessora alla cultura Maria Grazia Tortoriello.

A seguire, nella Sala delle Muse, si è tenuta la commemorazione ufficiale. Tortoriello ha aperto l’incontro, portando i saluti del presidente della Provincia, Gianni Lorenzetti, e accogliendo le autorità militari, rappresentate dai comandanti della Guardia di Finanza, dei Carabinieri e del Ci.ma, oltre a docenti e studenti del Liceo Classico “G. Leopardi” e ai membri di diverse associazioni locali, tra cui Avis, Anpi intercomunale, Pubblica Assistenza Croce Bianca e le Proloco di Aulla e Caprigliola.

“Abbiamo dovuto attendere fino al 2004, con la legge n. 92, per ottenere un riconoscimento ufficiale della tragedia vissuta dai nostri connazionali, dimenticati per troppo tempo. Ancora oggi non conosciamo con certezza il numero delle vittime, stimato tra le cinque e le diecimila, e ci troviamo di fronte a un esodo forzato di 350.000 italiani tra la fine e il dopoguerra”, ha dichiarato Tortoriello.

Il sindaco Valettini ha poi preso la parola con un intervento denso di emozione e significato: “Ricordiamo oggi gli orrori delle foibe, cavità carsiche in cui furono gettati italiani, non solo per il loro passato fascista, ma anche per il semplice fatto di esserlo. Uomini e donne furono barbaramente uccisi: legati l’uno all’altro, un solo colpo d’arma da fuoco bastava a trascinarli tutti nella profondità della terra, condannandoli a una morte atroce”.

Proseguendo, Valettini ha sottolineato il lungo silenzio che ha avvolto questa tragedia: “Un massacro di tale portata è stato per troppo tempo ignorato per motivi politici, un’ingiustizia che ha pesato sulle spalle delle vittime e dei loro discendenti”. Ha poi ricordato il dramma degli esuli: “Strappati alle loro vite, costretti a lasciare case, affetti, ricordi. Non erano semplicemente profughi, termine che implica la possibilità di un ritorno. A loro questa opportunità è stata negata”.

Concludendo il suo intervento, il sindaco ha voluto lanciare un monito alle nuove generazioni: “Non possiamo mai giustificare una violenza con un’altra. Il fascismo si è macchiato di crimini efferati, ma rispondere con altre atrocità non è una giustificazione”. Ha poi espresso sdegno per il recente atto vandalico alla foiba di Basovizza: “Un gesto vile, frutto di una criminalità postuma che ancora fatichiamo a inquadrare politicamente”.

A chiusura della cerimonia, uno spiraglio di speranza: “Gorizia e Nova Gorica, insieme, saranno capitali europee della Cultura nel 2025. La cultura è un ponte verso il futuro e un simbolo di riconciliazione”. Il messaggio di unità è stato ribadito anche dagli studenti del Liceo Classico, che con le loro letture hanno rinnovato l’invito a costruire un futuro basato sulla memoria e sulla collaborazione tra i popoli.

Redazione
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