22 Novembre 2024, venerdì

#Mab Unesco: “Ripartire dal marchio per attrarre turisti e contro il cambiamento climatico”

Un’assemblea della Riserva di Biosfera dell’Appennino tosco emiliano mai così partecipata. Il 19 febbraio 2021 sono stati oltre 250 cittadini di Toscana, Emilia-Romagna e anche Liguria a seguire il 5° momento assembleare  – per la prima volta online – della più ampia Riserva di Biosfera Mab (Man and the biosphere) dell’Unesco. Di questi, il 60% ha partecipato per la prima volta e il 70% conosce i progetti della stessa Riserva. 

“Lo sviluppo sostenibile, da tema riservato alla grande politica  e oggi al centro del programma del Governo Draghi, è finalmente vicino alle  singole persone. Ciò anche in conseguenza della emergente gravità e dramma della pandemia che ci ha investito. Mab Appennino si sta rivelando uno strumento eccellente per mettersi al lavoro su queste problematiche”

ha spiegato nei suoi saluti Fausto Giovanelli, coordinatore della Riserva di Biosfera citando gli oltre 70 progetti già attivati o in corso di realizzazione.

E se un grande impulso è derivato anche dai recentissimi stanziamenti della Legge di Bilancio 2021 a favore di scuole e comuni delle Riserve di Biosfera, l’allargamento che potrebbe essere approvato a giugno a Parigi dall’Unesco è stato uno dei temi chiave: a regime coinvolgerà 80 municipalità (contro le attuali 34), 3 regioni (2), 6 province (5). La popolazione compresa nella Riserva Mab Appennino salirà da 101.000 residenti (di cui 13.000 under 18) a quasi 380.000 (di cui 56.000 under 18), gli istituti scolastici saranno 875 (212 quelli attuali).

“Chi ha puntato sul riconoscimento MAB UNESCO ha mostrato grande lungimiranza perché ha compreso più e prima degli altri quanto sia rilevante assicurare un rapporto virtuoso tra uomo e natura. Essere Riserva di Biosfera Mab Unesco significa far parte di un club della bellezza, essere un superlativo delle eccellenze – ha affermato il  professor Pier Luigi Petrillo, UNESCO Chair Professor in patrimonio culturale e naturalistico all’Università Unitelma Sapienza di Roma e presidente del Comitato nazionale tecnico Unesco uomo e biosfera –. Chi amministra questi territori ha una grande responsabilità verso la comunità mondiale, i propri cittadini e le future generazioni. Riconoscendo questo impegno gravoso, il Parlamento e il governo italiano hanno stanziato 75 milioni in 3 anni per realizzare progetti nelle Riserve Mab per contrastare i cambiamenti climatici, ed altri 8 milioni di euro in 2 anni per le scuole dei comuni siti in una area Mab Unesco per percorsi di educazione ambientale rivolti ai giovani di questi territori. Territori che dovranno sempre di più attrarre turismo di qualità e, in questa logica, altri 50 milioni sono stati stanziati per migliorare la sentieristica nelle aree protette. Sono risorse che devono puntare ad assicurare uno sviluppo sostenibile delle comunità che non devono essere cristallizzate ma, all’opposto, divenire attrattori di imprese ecocompatibili e di nuovi cittadini”.

 “L’allargamento dell’area Unesco costruisce un ulteriore rapporto tra Emilia e Toscana – ha dichiarato il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani –. Una collaborazione che si rafforza e per la quale sottoscriveremo un apposito protocollo. Con la Riserva di Biosfera si definiscono così strategie che potranno incidere contro il cambiamento climatico all’insegna della sostenibilità. Attuale è il tema della Riserva di Biosfera per la spinta che può dare a turismo e conoscenza del territorio, ma anche contro lo spopolamento e per il mantenimento dei servizi. L’Appennino è oggi elemento di unione”.

“La Regione Emilia-Romagna ritiene l’esperienza del Mab Appennino Tosco-Emiliano essenziale: perché coniuga sviluppo sostenibile e mette insieme un’areale così vasto e che ora ha finalità comuni – ha spiegato l’assessora alla Montagna, Parchi e Forestazione dell’Emilia Romagna, Barbara Lori -. Essere Riserva della Biosfera oggi significa credere in un disegno partecipato di sviluppo del territorio col coinvolgimento delle comunità locali: estremamente utile nel momento di ricostruzione post-pandemico”.

Il dottor Paolo Bonasoni del Cnr Istituto di Scienze dell’atmosfera e del clima, responsabile dell’Osservatorio climatico Cnr di Monte Cimone (Modena), ha tenuto una lezione magistrale sui cambiamenti climatici nell’area del Mediterraneo. Sul monte Cimone, infatti insiste una delle 9 sentinelle montane al mondo per l’analisi del cambiamento climatico nell’ambito del programma Gaw-Wmo ma anche parte di importanti progetti internazionali Actris, Icos, Agage. “Le concentrazioni di CO2 e degli altri gas climalteranti che continuano a crescere, favoriscono il riscaldamento dell’atmosfera che vede gli ultimi 7 anni come i più caldi mai registrati, con conseguenze sul livello del mare, cresciuto di oltre 25 cm dal 1880, mentre la superficie dei ghiacciai alpini si è dimezzata. Mai così tante ondate di calore dal 1990 ad oggi rispetto al secolo precedente ed i cambiamenti del clima visibili nelle piante che cercano di spostarsi alle quote superiori per venir meno dei limiti del clima rigido. Al Cimone è inoltre possibile rilevare l’inquinamento sia proveniente dalla Pianura Padana che da altre aree continentali o intercontinentali”.

Redazione
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