“Lo dico da donna e rivolgendomi a tutte le donne.
Si può fare di più, in Lunigiana, per preservare la propria salute, il proprio benessere e la propria vita. Perché per un tumore come quello al seno è necessario che la prevenzione sia la più totale possibile, quindi occorre che si giunga al 100% delle donne che effettuano gli screening a cui vengono invitate dalla Regione Toscana. Attualmente, infatti, quasi una donna lunigianese su quattro, il 22% del totale, non effettua gli screening e questo gap va assolutamente colmato”.
Chi meglio di una donna può immedesimarsi nelle altre donne, nella gioia di vedere crescere figli e nipoti e di trascorrere gli anni migliori in serenità? Non a caso a parlare con il cuore è il direttore della Società della Salute della Lunigiana, Rosanna Vallelonga, la quale inaugura la annunciata campagna di informazione e prevenzione sul cancro dal tumore più temuto e diffuso fra le donne, quello al seno.
Ma che cosa possono fare le donne per prevenire il cancro al seno? Oltre alla diagnosi precoce con lo screening mammografico, ci sono comportamenti da adottare o da evitare per ridurre il rischio di ammalarsi e morire di cancro al seno?
A rispondere è il coordinatore sanitario della SdS Lunigiana, Amedeo Baldi, medico epidemiologo formatosi presso l’Istituto Superiore di Sanità: “Le donne possono fare molto, sicuramente più di quanto fanno adesso, in fatto di comportamenti virtuosi. Innanzitutto le donne che hanno dei figli appena nati, è bene che prolunghino il più possibile l’allattamento al seno. Inoltre, è fondamentale seguire stili di vita più sani, a partire dalla rinuncia alle sigarette e facendo attenzione al peso, poiché l’obesità e l’alto consumo di grassi saturi rappresentano un forte fattore di rischio. Quindi, anche l’alimentazione è importante: infatti, la nostra dieta mediterranea riduce il rischio del 30%, meglio ancora se supportata da un adeguato consumo di olio extra vergine di oliva, di legumi, di frutta e verdura; ma anche la presenza nella dieta di fagioli di soia, yogurt e fibra alimentare, come dimostrato da diverse ricerche, è di grande aiuto. Invece, va tenuto sotto controllo il consumo di carne rossa o lavorata, visto che aumenta significativamente il rischio, fino al 22%. Infine, un grande alleato nella prevenzione del tumore al seno è l’attività fisica, che riduce il rischio del 20%”.
Un quadro, quello delineato dal dottor Baldi, che fa ben comprendere che prevenire è meglio che curare.
Può sembrare la classica frase fatta ed abusata, ma così stanno le cose, per evitare malattie dolorose e potenzialmente mortali la strada maestra ha un solo nome: prevenzione; sia di tipo primario, aderendo a fattori utili alla salute e rimuovendo i fattori di rischio al fine di evitare la malattia (tra l’altro molte di queste misure sono utilissime anche per le donne già ammalate), sia ti tipo secondario come gli screening per la diagnosi precoce di tumori senza sintomi.
Peccato che in Lunigiana la popolazione sia ancora, in gran parte, allergica agli screening per prevenire i tumori: basti pensare che lo screening per il tumore al colon, uno dei tumori più diffusi, viene effettuato soltanto dal 47% delle persone che vengono raggiunte dall’invito ad effettuarlo.
In questo caso a prevalere è la paura che venga diagnosticato qualcosa di brutto a chi effettua lo screening, paura che si salda con abitudini sbagliate tramandate in famiglia, ma, naturalmente, non è questa la strada da seguire se si vuole tutelare la propria salute.
È per questo che il presidente della SdS Lunigiana, Riccardo Varese, ha proposto che venga lanciata una più forte campagna di prevenzione sui tumori, in collaborazione con l’Unione di Comuni Montana della Lunigiana, per fare qualcosa di concreto su questo delicatissimo tema.
Un tema che ha visto fra i suoi alfieri, nelle scorse settimane, il sindaco di Tresana, Matteo Mastrini, il quale aveva chiesto che se ne parlasse proprio in sede di Assemblea dei soci della SdS Lunigiana, come poi è accaduto.