Cari lettori, oggi indossiamo il cappello da pensatori illuminati e ci mettiamo in fila per difendere ciò che molti amano criticare: l’espansione dei McDonald’s e della Grande Distribuzione Organizzata (GDO). Sì, avete letto bene. Basta con il romanticismo spicciolo dei prodotti locali e degli ortaggi coltivati con amore dalla signora Maria dietro casa. Viviamo nel XXI secolo, dove la praticità e il marketing contano più del terroir.
Diciamolo chiaramente: che fastidio dover imparare ogni volta che si viaggia all’estero il nome di piatti nuovi, con ingredienti improbabili e spesso tradotti malissimo. McDonald’s è la soluzione perfetta: entri, ordini un Big Mac, e sai esattamente cosa stai per mangiare. Non è forse questo un simbolo di pace e armonia globale? Un cheeseburger uguale a Tokyo, Londra, o Aulla è una dichiarazione d’amore universale.
Qualcuno potrebbe dire: “Ma la cultura culinaria locale?” Ah, certo, perché mangiare testaroli in tutte le salse è sinonimo di avventura. Lasciamo i sapori autentici agli archeologi del gusto. Noi preferiamo la certezza rassicurante di una patatina fritta standardizzata, con la giusta quantità di sale calibrata da un team di scienziati alimentari.
Chi ha davvero tempo per andare al mercato, contrattare con i contadini e annusare formaggi stagionati? La GDO ti offre tutto, dalle melanzane ai trapani, senza nemmeno dover uscire dall’ipermercato. In più, vogliamo parlare delle offerte? Due chili di pomodori a 99 centesimi sono un miracolo dell’economia moderna, altro che prodotti a chilometro zero.
“Ma la qualità?”, insisteranno i nostalgici. Qualità è avere la possibilità di acquistare avocado, kiwi e mango, anche se vivi in Lunigiana e il frutto più esotico dovrebbe essere una castagna. La GDO è un inno alla globalizzazione, un crocevia dove i sogni di tutti i contadini del mondo diventano realtà sugli scaffali.
Quanti credono ancora alla favola del prodotto locale migliore? Certo, il formaggio di malga sarà anche buono, ma avete mai provato a farlo assaggiare a un bambino abituato ai formaggini industriali? La reazione è paragonabile a quella di un vegetariano davanti a una fiorentina. E poi, davvero vogliamo continuare a dar retta ai contadini che ti raccontano con orgoglio che la loro frutta è “senza conservanti”? La conservazione è l’essenza del progresso umano!
Conclusione: più McDonald’s, più ipermercati!
Difendere McDonald’s e la GDO è un atto di coraggio in un mondo di buongustai da tastiera. In un mondo ideale, ogni città dovrebbe avere almeno cinque McDonald’s per quartiere e un centro commerciale grande quanto una provincia. Chi ha bisogno di cibi genuini quando puoi avere un McFlurry al caramello salato?
Insomma, cari tradizionalisti, lasciateci godere la nostra Coca-Cola annacquata e i pomodori geneticamente modificati. La globalizzazione è il futuro, e noi ci abbracciamo il nostro Big Mac con gratitudine.
[è satira eh! #jesuischarlie]