Il “pomo rodello” torna a sperare con succhi, aceti e sidri Made in Lunigiana. Salvata dai contadini custodi lunigianesi, dopo che la produzione era stata progressivamente abbandonata negli anni ’60, per la mela rotella della Lunigiana, uno dei 72 straordinari prodotti agroalimentari della tradizione locale, il futuro è meno incerto.
Merito di una giovane, Annalisa Mori, 35 anni, quasi due lauree (una in scienze erboristiche già appesa in casa, l’altra in agraria da appendere dal prossimo dicembre), ed una scommessa: puntare e valorizzare la mela rotella. Il suo “Meleto” oggi, tra Filattiera e Pontremoli, è l’impianto monocolturale più grande e moderno attualmente attivo: 12.500 piante. Più della metà di quelle ancora produttive della Lunigiana coltivate sia da hobbisti sia da varie aziende a scopo commerciale.
I produttori delle quantità più significative sono appena quindici-sedici. L’azienda di Annalisa è stata protagonista lo scorso settembre al grande mercato contadino del G20 dell’agricoltura a Firenze organizzato da Coldiretti. Un “trampolino” di lancio che ha permesso ad Annalisa e al suo “Il Meleto” di raccontare al mondo la sua storia di attaccamento alla terra, passione, progetti e sogni. Negli scorsi giorni anche la Rai gli ha dedicato un servizio.
“La storia imprenditoriale di Annalisa è una storia di presente e futuro che si ancora alla tradizione contadina più antica. – spiega Francesca Ferrari, Presidente Coldiretti Massa Carrara – L’agricoltura è il settore dove i giovani hanno deciso di scommettere ed investire nell’anno della pandemia. Nei primi nove mesi del 2020 le nuove imprese nate sono 22, pari al 175% in più rispetto allo stesso periodo di un anno prima. Un dato senza precedenti”.
Rotonda, un po’ schiacciata alle estremità e un pò più piccola rispetto alle altre mele, il sapore della mela rotella è dolce e acidulo; matura ha un profumo molto intenso e la polpa è consistente e bianca. E’ adatta ad essere conservata a lungo. Coltivata in piante sparse per il consumo locale, inizia ad essere commercializzata nei primi del 1900, dopo la prima guerra mondiale ne venivano commercializzati circa 10.000 quintali all’anno. Perfetta come ingredienti per i dolci come la torta di mele e le frittele, la mela rotella comincia ad essere utilizzata anche nella ristorazione.
Annalisa ha ereditato l’amore per la terra dai nonni: “Questi campi, dove nel 2018 abbiamo deciso di partire con questa avventura imprenditoriale, erano incolti. – racconta – Credo molto nella mela rotella ed ogni giorno ho conferme che questa strada è giusta. La raccolta, che avviene proprio nel mese di ottobre, è il momento più bello. È stata una stagione molto positiva nonostante gelate e siccità. Ciò che ci differenzia dal passato è proporre questo cultivar straordinario in una veste più attuale e moderna: a fianco del prodotto fresco, che va a ruba nel nostro punto vendita e nelle occasioni di fiere e mercati, abbiamo ideato una linea di prodotti trasformati come il succo di mela rotella, il sidro, l’aceto e le marmellate. Prodotti che iniziano a farsi strada. In questa terra ed in questo progetto vedo il mio futuro. La mela rotella non scomparirà”.
Il destino della mela rotella è tutta nelle mani di una quindicina di piccoli produttori: “Stiamo cercando di fare rete. Da soli siamo solo aziende, insieme possiamo essere una filiera ed intercettare fondi e finanziamenti per crescere tutti insieme. – racconta – Il nostro sogno è attivare le procedure per un marchio di riconoscimento di qualità: l’IGP”.