Dopo il clamoroso successo della mozione per il riconoscimento dello Stato di Palestina, approvata con slancio dal Consiglio comunale di Fivizzano (seppur con qualche mugugno squisitamente e tipicamente lunigianese), la comunità internazionale non ha potuto ignorare un tale capolavoro di strategia geopolitica. E così, tra le colline della Lunigiana, si respira aria di rivoluzione: il Consiglio di Sicurezza dell’ONU potrebbe presto trasferirsi nel centro storico del paese, in piazza Medicea o giù di lì. D’altronde, se non Fivizzano, chi, che cosa, dove?
La proposta è nata quasi per caso, durante una pausa caffè del Consiglio comunale. “Se abbiamo riconosciuto la Palestina, perché fermarci qui?” avrebbe detto un consigliere illuminato, con un testarolo in mano e l’aria di chi sa esattamente dove andare (cioè al bar di fronte). La risposta è stata unanime: “Spediamo un invito all’ONU!”.
E così è stato.
Pare che l’idea abbia riscosso un entusiasmo inaspettato. Il segretario generale delle Nazioni Unite, colpito dalla profondità della mozione fivizzanese, avrebbe risposto con una mail informale direttamente dal suo iPhone: “Non abbiamo mai pensato a Fivizzano, ma sapete che non è male? Dove si trova di preciso?”
Il nuovo Consiglio di Sicurezza, secondo i promotori, si riunirà nell’aula consiliare del Comune, capace di ospitare comodamente dieci delegati e almeno una macchinetta del caffè, fondamentaale. Le sessioni inizieranno con un minuto di silenzio, seguito da un pranzo di lavoro a base di testaroli, panigacci, panzanelle e falafel (per mantenere un tono internazionale).
Per evitare polemiche, i consiglieri hanno già deciso di installare un enorme tavolo rotondo in marmo, “perché qui tutti sono uguali, tranne chi porta il vino cattivo”. La tradizione locale si intreccerà con la diplomazia globale: ogni decisione, dalle sanzioni internazionali al riconoscimento di nuovi stati (dalla Transnistria al Somaliland), sarà celebrata con una processione di trattori per le vie del paese.
Ma mentre Fivizzano si prepara a scrivere il suo nome nella storia, qualcuno si chiede se tutto questo entusiasmo non stia facendo dimenticare il motivo originario della mozione. Non è solo un esercizio di stile, ma un grido per ricordare che nel 2024 migliaia di vite sono state spezzate nei conflitti in Medio Oriente. Dietro la comicità di un piccolo Comune che sogna in grande, resta il dramma di bambini, donne e uomini che non hanno avuto neppure un attimo per sorridere.
E così, mentre a Fivizzano si discute di pace e testaroli, il ricordo di queste vittime deve rimanere vivo. Perché sì, fa sorridere immaginare la Lunigiana come centro della diplomazia mondiale, ma fa anche riflettere pensare che ci vogliono ironia e un pizzico di follia per riportare l’attenzione su ciò che davvero conta: la dignità di ogni essere umano, da Fivizzano a Gaza.
Non sappiamo se l’ONU accetterà davvero l’invito. Ma se lo facesse, siamo sicuri che Fivizzano sarà pronta. E magari, tra un consiglio e l’altro, un delegato potrebbe anche scoprire che la pace non passa solo dai trattati, ma anche da un buon bicchiere di vino e una chiacchierata sotto i platani. Perché in fondo, la Lunigiana ha sempre avuto una certa vocazione per le cose semplici e grandi allo stesso tempo.