Una mattinata all’insegna della pace e della riconciliazione quella di oggi a Fivizzano con ospiti d’onore il presidente della Repubblica Federale di Germania Frank Walter Steinmeier e il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella. Con loro sul palco il sindaco di Fivizzano Gian Luigi Giannetti e il presidente della regione Toscana Enrico Rossi. I discorsi dono stati accompagnati dalle voci del Coro Lunigiana che ha eseguito Fratello Sole e Sorella Luna.
I due hanno deposto una corona in memoria delle vittime degli eccidi nazisti avvenuti 75 anni fa nella zona di Fivizzano e hanno incontrato alcuni dei superstiti delle stragi. Hanno ricordato Bardine e Valla di San Terenzo, Gragnola, Mommio, Monzone, Tenerano e Vinca, luoghi in cui centinaia di persone vennero trucidate dai nazisti e dai fascisti durante la seconda guerra mondiale nel giro dei pochi mesi estivi del 1944.
“Con dolore mi inchino davanti ai morti della stragi di Fivizzano – ha affermato il presidente Steinmeier – Vi chiedo perdono per i crimini qui perpetrati per mano tedesca”. La dichiarazione del presidente è stata seguita da un applauso con standing ovation dei presenti. Molti cittadini tedeschi e italiani tra il pubblico erano visibilmente commossi dal discorso.
“Noi non possiamo capire l’odio che 75 anni fa spinse i tedeschi a tali atrocità. Soldati della 16^ Divisione Panzergranadier delle SS sotto il comando di Walter Reder attraversarono le Alpi Apuane mettendo a ferro e fuoco questo territorio, saccheggiando e uccidendo. La loro missione era chiara, vendicarsi per la Resistenza dei partigiani lungo la così detta Linea Gotica. Fu una vendetta terribile e disumana e colpi soprattutto donne inermi, bambini e anziani”.
“E’ infinitamente difficile per un tedesco – ha proseguito – e per un presidente federale tedesco venire in questo luogo e parlare a voi. Ringrazio voi cittadine e cittadini di Fivizzano e ringrazio lei, caro presidente Mattarella, per percorrere assieme questo cammino del ricordo e della commemorazione a favore di un futuro migliore.
Il presidente ha anche annunciato che il prossimo anno un gruppo di studenti tedeschi verrà nella zona di Fivizzano per continuare il percorso della memoria per i giovani del suo Paese.
Il presidente della Repubblica Mattarella ha a sua volta ringraziato Steinmer per il cammino della memoria che li ha visti insieme anche nella sua visita del gennaio scorso a Berlino e ha ricordato, come il presidente tedesco, una frase di Primo Levi: “E’ accaduto, quindi può accadere di nuovo. Le coscienze possono essere sedotte e oscurate, anche le nostre. Il nostro futuro non può consistere nel ritorno a un passato di distruzione, di oppressione dei popoli, di eccidi. E’ nostro dovere impedire che si creino le condizioni dove questo possa riprodursi”.
I popoli della Repubblica Federale di Germania e della Repubblica italiana hanno saputo con determinazione, superando il dolore e le avversità, riprendere in mano il proprio destino e risalire dagli abissi in cui li avevano trascinati il nazismo e il fascismo, contribuendo alla costruzione dell’Unione Europea, uno dei più grandi spazi di libertà che esista al mondo. L’impegno a cui siamo chiamati è personale e collettivo, che quel ‘mai più’ appartenga alle sfide dell’oggi, che alle giovani generazioni venga consegnato un mondo in pace dove l’odio e l’avversione tra i popoli siano banditi e a prevalere siano il dialogo e il rispetto reciproco. Lo esige la civiltà, lo esigono i morti di Fivizzano”.
Il sindaco di Fivizzano, Giannetti, ha affermato: “Il modo migliore per onorare l’immenso sacrificio della popolazione con i 401 morti civili della zona è coltivare la cultura della memoria. A Fivizzano si lavora per una naturale pacificazione tra i due popoli, quello tedesco e quello italiano, attraverso le Settimane della Memoria e l’amicizia con la città di Steinhagen”.
Infine il sindaco ha fatto ai due presidenti di candidare presso le autorità competenti Fivizzano a Città Nobile per la Pace 2019.
Il presidente Rossi ha dichiarato nel suo intervento: “Serve a noi serbare la memoria di ciò che è accaduto. A partire da questo si è creata la civiltà europea. Mai più guerre per nazionalismi. La Germania ha intrapreso un lungo e doloroso percorso di riflessione dopo la seconda guerra mondiale. Attenti a chi dà giudizi liquidatori, la storia del nazismo del fascismo ci insegnano che in momenti come questo, di grossa crisi sociale, che le dittature si possano ripetere. Pe ricordare i valori dell’uguaglianza siamo tornati, come ha detto Calamandrei, nei luoghi dove è nata la nostra libertà comune e la civiltà europea”.