Le consultazioni legislative transalpine hanno mostrato un risultato incerto, che diminuisce le probabilità di una maggioranza assoluta del Rassemblement National e smorza i timori europeisti. I listini di Parigi e Milano hanno recepito il messaggio; particolarmente poderoso il recupero delle banche, mentre cala lo spread Bund-Btp. Il voto in Gran Bretagna e l’incognita Commissione Europea
Il primo turno delle elezioni legislative francesi ha offerto un quadro ancora incerto, che si schiarirà dopo il secondo turno della consultazione. Guida la destra del Rassemblement National, che precede il Nuovo Fronte Popolare (alleanza di sinistra) e, più staccato, Ensemble del presidente Emmanuel Macron. I ballottaggi di domenica definiranno la situazione. La mancata maggioranza assoluta del duo Le Pen-Bardella ha probabilmente smorzato i timori europeisti e tranquillizzato la Borsa di Parigi – e, di rimando, quella di Milano – che avevano reagito in maniera negativa dopo le elezioni europee. Abbiamo assistito a riprese di valore e a un arretramento dello spread Btp-Bund. Le banche francesi e italiane hanno recuperato ciò che avevano perso dopo le consultazioni Ue. E’ un trend difficile da capire: anche nell’improbabile caso in cui RN dovesse ottenere la maggioranza assoluta, il nuovo esecutivo dovrebbe comunque governare con Macron, in un contesto che vede il presidente conservare molti poteri.
A orientare le Borse europee concorreranno anche le imminenti elezioni britanniche e soprattutto la votazione al Parlamento Ue sulla Commissione. Ursula von der Leyen ha ottenuto la riconferma dai governi degli Stati membri, ma occorre la ratifica dell’emiciclo, per nulla scontata a causa dei temuti franchi tiratori. Se il Rassemblement National ottenesse una maggioranza assoluta, seppur risicata, i Popolari Europei più spostati a destra potrebbero cercare di affossare la compagna di partito, puntando a una nuova commissione in grado di includere in forze anche i conservatori. In Gran Bretagna la prevalenza dei laburisti è data per certa. In caso di vittoria a valanga, il nuovo governo potrebbe decidere di alzare le tasse in maniera sensibile, provocando, come con la Brexit, un possibile esodo da Londra delle aziende inglesi e soprattutto internazionali.
Dopo i turni elettorali europei, i listini rivolgeranno la loro attenzione alle elezioni americane su cui domina l’incertezza. Non tanto per gli esiti (Donald Trump è favorito), ma per il nome del candidato democratico. In molti premono su Joe Biden perché ritiri la sua ricandidatura, a causa delle sue condizioni non ottimali. Biden sembra non voler cedere, inoltre è difficile trovare in così poco tempo un’alternativa credibile e i possibili sostituti, visto il costo della campagna elettorale, non sono così disponibili a bruciarsi future chance lanciandosi in una “mission impossible”. Mentre l’inflazione americana sembra aver invertito la rotta, quella italiana è abbastanza stabile e non rappresenta più un problema, ma non bisogna abbassare la guardia. Alcuni settori, e aree geografiche, sono infatti in deciso rialzo. Le vacanze costano in media il 10% in più, mentre soprattutto a Milano si sta verificando una preoccupante inflazione da servizi, che continua a salire.