7 Novembre 2024, giovedì

Crisi, i giovani toscani riscoprono la terra creando imprese green, social e innovative

Confcooperative Toscana: “Ci auguriamo che siano sempre di più, puntare su formazione e preparazione”

Le serre di Lorenzo Franceschini profumano di crisantemi, leucadendri e “fiori di cera”. Lorenzo da ragazzo, in estate, dava una mano nelle aziende agricole dei parenti, a Montecarlo in provincia di Lucca. Dopo le superiori si è iscritto alla facoltà di Agraria, ma si è accorto che “la pratica era più interessante della teoria”, così è tornato nella campagna lucchese, ha rilevato serre già esistenti, le ha innovate, trasformando il vecchio riscaldamento a gasolio in un moderno impianto ecologico a biomasse, e ha aperto un’impresa floricola per conto proprio, vincendo un bando europeo per agricoltori under 35.
Franceschini è uno dei tanti giovani toscani soci delle coop di Fedagripesca Confcooperative Toscana che hanno scelto di “sporcarsi le mani” con la terra e lavorare in mezzo alla natura, avviando attività, nuove o ereditate, nei settori dell’agricoltura, dell’allevamento, del vivaismo, dell’ittica.
Dopo anni, le campagne toscane si stanno ripopolando di giovani imprenditori. La pandemia ha fatto riscoprire la natura e i campi attirano sempre più gli under 35 che portano nelle aziende un’impronta innovativa, green, social. Sconsigliato però improvvisare.

Simone Di Genova

“Non è semplice” afferma Franceschini. “A questo mondo si stanno affacciando tante realtà nuove, ma per intraprendere questa strada bisogna essere sicuri di quello che si fa, non è un salto nel buio: servono programmazione, preparazione, un progetto solido. Serve un baglio tecnico da aggiungere alla forza di volontà”.
Simone Di Genova, 33 anni, è cresciuto nella campagna di Marina di Grosseto, dove la famiglia alleva mucche da latte. Dopo sei anni come frigorista in una ditta, ha lasciato il posto fisso da dipendente per prendere le redini dell’azienda del nonno e del padre, “per passione, per continuare la tradizione familiare e per essere imprenditore di me stesso”, entrando anche far parte del Cda di Latte Maremma. Da quando è arrivato, “abbiamo fatto molti investimenti per migliorare la morfologia degli animali, attraverso i consigli di un veterinario e di un alimentarista, per far stare bene le mucche e migliore la qualità del prodotto che facciamo: più loro stanno bene, più è buono il latte” afferma.
“La campagna attira sempre più i giovani, che sanno unire l’esperienza pratica con lo studio, la tradizione con l’innovazione e la tecnologia, creando attività sostenibili dal punto di vista sociale, ambientale ed economico” commenta Fabrizio Tistarelli, presidente di Fedagripesca Confcooperative Toscana. “Le aziende del comparto hanno saputo affrontare la crisi economica causata dalla pandemia, per il futuro dovremmo puntare su differenziazione della produzione e nuove soluzioni tecnologiche, come le vendite on line, che in alcuni settori si sono già dimostrate strategiche. Dobbiamo investire su preparazione e formazione, non basta la passione. Ci auguriamo che altri giovani intraprendano un’attività in questo settore, apportando quel valore aggiunto che alza la qualità dei prodotti e rende più competitive le aziende”.

Diego Remaggi
Diego Remaggihttp://diegoremaggi.me
Direttore e fondatore de l'Eco della Lunigiana. Scrivo di Geopolitica su Medium, Stati Generali e Substack.

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