“Al di la del gravissimo problema covid affrontato con dilettantistico pressapochismo dal CDA, oltre il vergognoso tentativo di privatizzare i contratti ai dipendenti, si aggiunge un altra clamorosa inettitudine amministrativa. Un indecenza che si rovescia tragicamente sulle condizioni lavorative delle operatrici e operatori della coop Compass”. A dirlo è il segretario CISL FP Toscana Nord.
“Da mesi come Cisl fp denunciamo la mancanza di ausili e presidi atti a rendere sicuro il durissimo lavoro di queste lavoratrici e lavoratori. Nella riunione del 6 novembre 2020 con il CDA esponemmo il problema ma, ovviamente, nessuna risposta concreta ma solo promesse cadute nel dimenticatoio”.
“L’ottanta per cento dei letti in cui opera il personale di cooperativa nei reparti residenziali non è a norma, sollevatori rotti, suppellettili rotte o degradate, infissi rotti e/o fatiscenti, perdite d acqua dal soffitto in diverse parti del secondo piano con relative bacinelle per la raccolta. Gli organismi di controllo della ASL devono verificare ed intervenire. In questi reparti, da inizio emergenza covid, sono state addirittura tagliate le ore di servizio, invece di essere incrementate e potenziate”.
“Un esempio su tutti, il reparto secondo piano dato in gestione alla Coop Compass, tutto covid, oggi sono presenti 19 residenti, tutti non autosufficienti. La forza lavoro destinata a questo servizio e di due sole/i operatrici per tutti i 3 turni. Operatrici e operatori Oss, ormai sfinite e sfiniti fisicamente e psicologicamente da un carico di lavoro impressionante. Il CdA intende andare avanti in questo modo e continua ad affrontare i temi con la stessa sufficienza con cui ha operato fin d’ora?”.
“Gli infermieri USCA da parte loro, come da protocollo eseguono soltanto le terapie, rilevano i parametri, effettuano clisma e medicazioni, tutto il resto è sulle spalle degli Oss.Personale con contratti di lavoro di per se penalizzanti e di fronte a questo scempio l’unica preoccupazione del CDA è quello di cambiare il contratto di lavoro anche ai dipendenti diretti della RSA al fine di scaricare i costi sociali sull’INPS”.
“Il CdA si è dimostrato incompetente e insensibile sia rispetto ai bisogni delle persone ricoverate sia rispetto a lavoratrici e lavoratori della RSA Regina Elena. Un atto di buonsenso gli chiederebbe di dare le dimissioni. È necessaria una commissione consiliare rapida per poter argomentare direttamente, con tutte le forze politiche, i degrado a cui la struttura pubblica è stata condotta”.