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CISL, Mastorci: "Ospedali COVID, nessuna consultazione con sindacati e lavoratori"

“Prendiamo atto che la Azienda Sanitaria ha adottato come modalità comunicativa e informativa verso le Organizzazioni Sindacali quella degli annunci a mezzo stampa. Noi riteniamo che oggi più che mai serva un pieno coinvolgimento delle forze sociali e del personale tutto schiacciato da carichi di lavoro enormi, caricati di tensioni e preoccupazioni che vanno ben oltre il cosidetto “rischio correlato alla professione“. Infermieri, OSS e tutto il personale Sanitario e Tecnico è stato sottoposto soltanto 6 mesi fa ad uno stress lavorativo enorme che ha portato anche a stati burnout. Come CISL FP non ci stiamo!”. A dirlo è il Segretario CISL FP Toscana Nord Enzo Mastorci.

“Pretendiamo che i vari Direttori e Dirigenti si facciano carico di tranquillizzare e supportare tutto il personale e ci domandiamo a che punto è la formazione sull’uso dei dispositivi di protezione e le procedure di vestizione e di svestizione del personale interessato, il quale è informato soltanto dalle cosiddette ”Voci di corridoio” rispetto a quello ciò che sta avvenendo nei due Ospedali di Fivizzano e Pontremoli. Forse la Azienda ritiene non necessario il coinvolgimento degli operatori quasi fossero un elemento non indispensabile della cura dei malati. Gli operatori hanno bisogno di formazione e supporto e non di sentirsi minacciati da promesse di sanzioni disciplinari sull’uso dei dispositivi di protezione come è successo nei giorni scorsi all’Ospedale delle Apuane. Le informazioni non arrivano, la formazione ancor meno e così facendo il personale direttamente impegnato in corsia e sul territorio rischia di essere sacrificato di fronte al Covid. Serve uno scatto in avanti di coinvolgimento e condivisione del difficilissimo compito che spetterà al personale nei prossimi mesi”.

“È di sabato la notizia a mezzo stampa secondo la quale gli ospedali di Fivizzano e Pontremoli saranno adibiti a pazienti Covid. Comunicazione a mezzo stampa senza coinvolgimento dei sindacati e senza consultazione con i responsabili della sicurezza dei lavoratori ( RLS ). Chiediamo e lo facciamo a gran voce se la Direzione è a conoscenza del fatto che gli spogliatoi dell’Ospedale di Pontremoli e Fivizzano non sono adeguati, in alcuni casi neppure dotati di un lavandino (lo segnaliamo da mesi), senza possibilità di avere spazi adeguati per evitare contatti e contagi. Non esiste il doppio armadietto per le divise sporche e non esistono i percorsi divisori tra “sporco e pulito“. Come possono gli operatori tornare alle loro famiglie senza essersi liberati dei panni sporchi, aver fatto una doccia e essersi reimpossessati dei loro vestiti puliti? Non è stata neppure presa in considerazione la possibilità di mettere a loro disposizione uno spazio per isolarsi dalla famiglia”.

“Ci auguriamo che la Azienda non si pensi di risolvere il tutto con il miracoloso gel che mette a disposizione. Segnaliamo da anni l’assenza di impianti di condizionamento e di riciclo dell’aria, nelle degenze, rendendo, in presenza dei pazienti Covid positivi, la situazione ancor più a rischio anche per i degenti e per gli operatori. Vi sono stanze che non hanno bagno dedicato ma soltanto servizi comuni. Ma possono essere queste le condizioni di sicurezza a cui la ASL ha pensato?”.

“Potremmo andare avanti con una serie innumerevole di manchevolezze che mettono a serio, serissimo rischio il personale sanitario e tecnico. Chiediamo alla Azienda di fermare queste iniziative e convocare immediatamente un tavolo di confronto”.

“Le strutture ospedaliere sono di vecchia generazione e ci chiediamo come vengano garantiti i percorsi puliti e sporchi, sia orizzontali che verticali, visto che, in alcune situazioni, quali le sale operatorie, la distinzione dei percorsi, avviene con segnaletica orizzontale , semplicemente con del nastro adesivo. Non vorremmo trovarci di fronte a soluzioni con pareti posticce di plastica o cartone.
Rispetto a Fivizzano l’Azienda chiarisca quale progetto ha poiché tre mesi fa ha tolto da presidio ospedaliero i 10 posti letto delle basse intensità di cura che noi contestammo e tuttora riteniamo mossa sconsiderata”.

“Ogni riorganizzazione in ottica COVID, va a modificare anche gli standard di sicurezza degli operatori e dei pazienti, e considerando l’alta contagiosità del virus, le modifiche dovrebbero essere più rigorose, invece ci troviamo di fronte a situazioni peggiorative delle norme di sicurezza e senza il neppur minimo coinvolgimento del personale che invece ha la necessita di essere messo in sicurezza”.

“Come pensa la ASL di potenziare il Servizio – conclude Mastorci -? Quante saranno le nuove professionalità destinate eventualmente al potenziamento del personale? Oppure la Azienda pensa di cavarsela dopo aver bloccato ferie e permessi al personale attualmente in Servizio? Servono risposte chiare, certe e sicure”.

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