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Cecidomia dell’ulivo: una vademecum per olivocoltori e hobbisti su come attenuare l’invasione

È questo l’accordo al quale sono giunti ieri l’Unione di Comuni Montana Lunigiana e il Distretto Rurale Lunigiana con il reparto del Servizio Fitosanitario Regionale e le università di Pisa e Sant’Anna in merito alla battaglia che, insieme ai produttori di olio, stanno portando avanti da anni contro la Cecidomia. Un insetto natural che, seppur abbia qualche antagonista, non lo teme per niente e che si riproduce velocemente e che si espande lentamente, ma che comunque si diffonde. E lo fa specialmente, come indicato dagli entomologi delle università, in quegli uliveti che risultano ormai abbandonati o che mostrano un evidente stato di trascuratezza a causa della poca cura, e in Lunigiana sono molti.

Proprio questi due fattori, infatti, insieme quindi alle mancate potature e concimature, sembrano spianare il terreno agli insetti. Ecco perché Vittorio Marcelli, vicepresidente del Distretto Rurale e braccio operativo nel settore agricoltura dell’Unione di Comuni, alla riunione che ha visto coinvolti anche le associazioni di categoria quale Cia e Coldiretti e alcuni rappresentanti delle amministrazioni comunali lunigianesi, ha richiesto al Servizio Fitosanitario Regionale l’emissione di un bollettino che possa essere diffuso a professionisti e hobbisti nei momenti decisivi in cui è utile mettere in campo certe azioni di contenimento, abbinato a un vademecum delle buone pratiche da attuare durante l’anno per evitare l’espansione della Cecidomia.

Infatti, come già detto, l’insetto non è stato importato, è autoctono, e il suo antagonista non riesce a prevalere, perciò l’unica cosa da fare per frenarne l’avanzata è aderire tutti, il più possibile, all’utilizzazione di un “ciclo di cure” di cui, in realtà, possono solo che risentirne in positivo tutti gli uliveti, anche quelli non ancora presi di mira.

Inoltre, le Università continueranno con gli studi sul campo per cercare di trovare un’ulteriore soluzione ancora più efficace. La loro intenzione è quella di avviare una sperimentazione su tre diversi lotti di uliveti contagiati dalla Cecidomia in Lunigiana, sui quali applicare tre procedure diverse di contenimento ed eliminazione dell’insetto. Le tre tecniche avranno bisogno di almeno un anno di applicazione e osservazione per poterne studiare e definire gli effetti.

“La Lunigiana, seppur la diffusione della Cecidomia sia ancora contenuta, è davvero ad alto rischio a causa dell’abbandono dei terreni agricoli che si sta avvenendo negli ultimi anni. Un fenomeno quasi di massa che sta portando numerosi problemi al territorio e tra questi si registra anche l’espansione di questo insetto che, laddove ha già colpito, ha dimezzato se non annullato le produzioni olearie di aziende e privati. – commenta il vicepresidente del distretto rurale Vittorio Marcelli – Attualmente non c’è una vera soluzione, ma, come spiegato dagli studiosi delle università, intervenire sull’uliveto nei tempi e nei modi giusti può contenere moltissimo il fenomeno. Per questo abbiamo richiesto di mettere in piedi una rete di diffusione delle informazioni affinché tutti i produttori della Lunigiana possano essere a conoscenza delle procedure da applicare. Inoltre, durante l’incontro, ho fatto presente ai rappresentanti della Regione la necessità, per le aziende che vivono di produzione d’olio, di un risarcimento economico per le perdite subite fino ad ora. Su questo tema attendiamo risposte. Infine, anche alle associazioni di categoria abbiamo chiesto uno sforzo in più, cioè quello di trovare il modo di sostenere, facendo gruppo, le spese per i fitofarmaci e altre azioni che spesso finiscono con il non essere applicate perché troppo onerose. In questo momento abbiamo bisogno di un sostegno reciproco e unitario per contrastare il fenomeno”.

Redazione
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