Continua a far discutere la mostra delle opere di Giuseppe Veneziano ospitata a Palazzo Ducale di Massa fino al 24 febbraio. Un artista controcorrente, certo, ma che sa ribaltare perfettamente quelle che sono le iconografie tradizionali, luoghi comuni che trovano una nuova veste e nuovi mondi paralleli in cui collocarsi. I suoi personaggi, come detto da molti “sono gli dei pagani, i super eroi che si mescolano ai protagonisti della religione cristiana”.
La pop art di Veneziano ha fatto storcere il naso a molti, ma non è la prima volta perché sin dagli esordi, l’artista siciliano, ha stupito e colpito per la propria vena provocatoria. Ed è proprio la mescolanza di sacro e profano che non va giù a molti detrattori delle sue opere, tanto che in seguito all’inaugurazione della mostra “Story telling” è nata sul web una petizione indirizzata al sindaco di Massa Francesco Persiani affinché venisse sospesa: “È un’offesa a Cristo e a tutti i credenti, è blasfemia, è vilipendio alla religione e al sentimento di milioni di persone”.
Ma il caso, oltre che mediatico è diventato ben presto anche politico: forza Nuova è scesa in piazza domenica sera, a Massa, per “protestare contro il Comune e contro l’abominevole patrocinio dato da tutta la giunta comunale alla mostra blasfema dell’artista Giuseppe Veneziano”, afferma Alessio Balzanelli, segretario Provinciale del movimento politico. “La rappresentazione che questo cosiddetto “artista” ha inteso dare del Cristo crocifisso, con indosso un costume di dubbio gusto firmato da una nota casa di moda e la scritta LGBT sulla croce, non solo sono profondamente offensive verso il comune sentimento religioso di migliaia di persone, ma provano, senza ombra di dubbio, che la cultura gender, che molti dicono sia inesistente, è presente in maniera subdola, sotto le mentite spoglie della cosiddetta “arte libera”, continua Balzanelli”.
Noi abbiamo sentito il parere diretto dell’artista oggetto di critiche, che sul web sono state anche aspre e violente, ma persino inattese: “Tutte le polemiche attorno alla mia mostra “Storytelling” sono state anche per me motivo di riflessione. Tra leche critiche e osteggiamenti vari, sono arrivati tanti consensi, anche da parte di un sacerdote che condivide il mio modo di fare arte – ci ha detto Veneziano -. L’arte spesso ha bisogno di gesti eclatanti per farsi sentire e per dire la sua su tematiche apparentemente scontate, che grazie al gesto artistico si rivelano soltanto nascoste sotto un velo di ipocrisia”.