Il gestore idrico rende noto che come promesso, non appena le condizioni dell’attuale pandemia da Covid e le relative restrizioni sugli spostamenti lo hanno consentito, l’amministrazione comunale di Massa e il consiglio di amministrazione di Gaia, si sono recati presso l’impianto di potabilizzazione del Cartaro, per verificare l’esito dei recenti lavori di potenziamento eseguiti sulla struttura. Erano presenti il sindaco, Francesco Persiani, l’assessore all’ambiente Paolo Balloni, il presidente di Gaia, Vincenzo Colle, la vice presidente di Gaia, Michela Consigli.
Ha dichiarato il sindaco Persiani: “Ho voluto verificare il funzionamento ed il livello di efficientamento dell’impianto del Cartaro anche a seguito anche di alcuni lavori di perfezionamento effettuati dalla società Gaia nei mesi scorsi. L’attenzione dell’amministrazione comunale è rivolta sì all’ambiente, ma anche e soprattutto alla tutela della salute dei cittadini, per questo quella di oggi è stata una visita importante. E sono soddisfatto di aver riscontrato un miglioramento rispetto al passato”.
Ha aggiunto l’assessore Balloni: “Abbiamo trovato un impianto tecnologicamente molto avanzato anche grazie alla recente installazione di una filtro pressa. L’impianto rappresenta la prima barriera di depurazione delle acque ed è quindi importante verificarne il perfetto funzionamento”.
Conferma della disponibilità di Gaia alle verifiche da parte dell’amministrazione, arriva dalle parole del presidente Vincenzo Colle: “I processi depurativi gestiti da Gaia S.p.A. hanno un impatto importante per l’ambiente e il territorio. Accogliamo volentieri le visite degli amministratori comunali, che insieme a noi stanno lavorando per lasciare alle future generazioni strutture ben funzionanti e rispettose dell’ambiente.” Ha inoltre ribadito la vice presidente Michela Consigli: “Ricordiamo che Gaia fa parte, in qualità di soggetto partecipante, al Comitato Promotore del Percorso verso il Contratto di Fiume Frigido, di cui capofila è il Comune di Massa: anche l’intervento sul potabilizzatore può ascriversi tra le azioni strategiche sostenute dal Contratto.”
Gli interventi sul Cartaro, conclusi a fine ottobre, hanno dotato l’impianto di un nuovo sistema di estrazione e disidratazione dei fanghi, in grado di gestire al meglio i fanghi derivanti dalla potabilizzazione, attraverso una riprogettazione globale dei flussi di smaltimento e delle tecniche di disidratazione degli stessi. I lavori eseguiti sono stati finalizzati al raggiungimento di una maggiore efficienza dei processi, nonché all’adozione di tutte la cautele atte a proteggere l’ambiente circostante.
Gaia ricorda che il Cartaro possiede due linee distinte e separate con funzioni diverse: la prima (e principale) linea è dedicata alla potabilizzazione delle acque di sorgente per l’immissione nella rete acquedotto; la seconda svolge la funzione di smaltire i residui provenienti dal primo processo, con conseguente allontanamento degli stessi, secondo specifiche procedure interne conformi alla normativa ambientale e senza alcuna interconnessione con la rete acquedotto. E’ la seconda linea ad essere stata oggetto della ristrutturazione da parte di GAIA.
L’investimento per la realizzazione di questa opera è stato pari a circa 200 mila euro.
La nuova opera permette di raccogliere e trattare le acque reflue derivanti dall’intero processo di potabilizzazione, composto da dissabbiatura, chiariflocculazione e filtrazione finale, e successivamente inviarle all’interno del silos decantatore, dove avviene la separazione della fase solida da quella liquida. I fanghi prodotti dal processo, sempre in forma molto liquida, vengono ulteriormente disidratati mediante una filtropressa, e infine allontanati dall’impianto come rifiuto.
L’acqua chiarificata, derivante dal processo di decantazione nel silos, viene poi analizzata da una sonda di torbidità e convogliata prima in un volume “di calma” e poi rilasciata, in funzione della torbidità riscontrata. L’acqua derivante invece dalla disidratazione spinta in filtropressa, anch’essa comunque chiarificata, verrà sempre rinviata al pozzetto, in testa all’impianto di estrazione e disidratazione.
Polmone di sicurezza – Nel processo non è più previsto, come nel progetto originario, l’addensamento dei materiali estratti dalle acque nella vasca di ispessimento: la vasca finale perde così la sua funzione di “ispessitore” e rimane in funzione come “polmone” di sicurezza, attivata dunque solo nel caso in cui la portata in arrivo sia superiore a quella di progetto, o in caso di avaria, con il successivo pompaggio nel pozzetto in testa all’impianto separazione.
Se dovesse verificarsi una delle anomalie descritte, saranno comunque scongiurate immissioni in ambiente perché i reflui non trattati saranno momentaneamente accumulati nella vecchia vasca di ispessimento e rinviati nel pozzetto in testa al nuovo impianto di trattamento dei fanghi.