“A Lucca eravamo 20mila. La marea arcobaleno che ha invaso la città è la risposta migliore che potessimo dare a chi ha seminato odio contro di noi in tutti questi mesi”, si legge in una nota degli organizzatori riguardo la manifestazione che ha avuto luogo sabato pomeriggio nel capoluogo toscano.
“L’organizzazione della manifestazione è stata un percorso in salita, oggi possiamo tirare il fiato, orgogliosi di ciò che abbiamo realizzato – sottolineano gli organizzatori – abbiamo scritto una pagina di storia di questa città e abbiamo portato il Pride dove c’era bisogno di Pride, in una città dove è ancora molto difficile vivere alla luce del sole il proprio orientamento e la propria identità senza subire conseguenze”.
“Vogliamo dedicare questo Pride a tutte le persone Lgbtqia+ che vivono qui e che hanno attraversato a testa alta le strade della loro città – si legge ancora – Vogliamo dedicarlo a chi ogni giorno mette in conto di prendere botte ed insulti e nonostante questo, non rinuncia a tenere la persona che ama per mano. Vogliamo dedicarlo a chi lotta per decidere sui propri corpi e non soccombere al ricatto di conformarsi. Lo dedichiamo anche ai minori del Careggi, alle loro famiglie, perché hanno tenuto duro, non si sono arrese quando le loro vite sono state date in pasto alla gogna social. E ai figli delle famiglie omogenitoriali, alle mamme e ai papà arcobaleno che lottano per poter essere genitori a tutti gli effetti, anche per lo Stato”.
Gli organizzatori proseguono, “lo dedichiamo alle persone razzializzate e migranti, alle persone con disabilità che hanno sfilato insieme a noi, a tutte le persone marginalizzate, precarie, rimaste senza una casa o un lavoro. Infine, da qui, da Lucca, vorremmo che arrivasse fino a Gaza e al popolo palestinese e a tutte le vittime di guerre coloniali, il nostro grido di rabbia, la nostra denuncia che chiede giustizia ma anche il nostro abbraccio di cura”.
“E a chi ci perseguita – concludono gli organizzatori -, al Governo Meloni e ai politici omolesbobitransfobici che sulla nostra pelle costruiscono il loro consenso noi diciamo: non ci avrete mai perché non era previsto che sopravvivessimo e, invece, siamo qui, da Stonewall ad oggi, indomiti e fieri”.