La Striscia di Gaza, piccola fascia costiera della Palestina situata nella parte orientale del Mediterraneo e delimitata da Egitto, Israele e il mare, è drammaticamente conosciuta in tutto il mondo come zona di guerre, attacchi e bombardamenti tra Israele e le organizzazioni palestinesi.
Si tratta infatti di un’area governata da Hamas (un movimento militante islamico considerato organizzazione terroristica da molti paesi), ma sotto il controllo di Israele dal 1967 (dopo la vittoria della guerra dei Sei giorni contro Egitto, Siria e Giordania), che puntualmente avvia operazioni di embargo via terra e via mare e blocchi e restrizioni che hanno generato una crisi umanitaria senza precedenti.
Questo ha provocato e sta provocando enormi difficoltà per le popolazioni che si trovano al centro del conflitto, con mancanza di beni di prima necessità, cure mediche adeguate e una povertà sempre più dilagante e preoccupante.
Visti gli scarsi risultati nei tentativi di raggiungere un accordo di cessate il fuoco, le uniche speranze per le persone più deboli e indifese stanno negli interventi delle organizzazioni umanitarie, che operano incessantemente per continuare a garantire la difesa dei diritti fondamentali. Per quanto riguarda le organizzazioni attive in Palestina, è possibile saperne di più sui siti dedicati, in cui vengono spiegati nel dettagli gli aiuti necessari a Gaza in questo momento e gli interventi che vengono sostenuti e portati avanti. Azioni che non sono sempre facili da attuare e che mettono a repentaglio anche la vita dei volontari che operano per rispondere ai bisogni reali di tutti.
Striscia di Gaza, la situazione attuale
Il 7 ottobre 2023 è una data che ha significato l’inizio di un nuovo feroce conflitto a Gaza,con Hamas che ha lanciato un duro attacco contro Israele tramite razzi in aria e incursioni via terra. Immediata è stata la risposta israeliana, che ha avviato un’operazione contro il territorio palestinese (“spade di ferro”) con attacchi su larga scala da parte dell’esercito a Gaza.
Le conseguenze sono state drammatiche: migliaia di morti e feriti, infrastrutture civili gravemente danneggiate, edifici completamente distrutti o inagibili, risorse idriche compromesse e ospedali che non riescono più a funzionare a pieno regime. A questo, si è aggiunto il blocco imposto da Israele, con l’accesso umanitario impedito, che ha provocato la mancanza di elettricità, cibo, acqua e medicinali per la popolazione con un aumento critico di malattie, malnutrizione, epidemie e condizioni di vita precarie. Il conflitto non sembra vicino ad una conclusione, segnando un futuro catastrofico a cui non sembra esserci rimedio.
Striscia di Gaza, prospettive future
Al momento, le uniche speranze legate al futuro della popolazione che vive nella zona della Striscia di Gaza sono in mano alle organizzazioni umanitarie che, nonostante le difficoltà costante, i blocchi imposti e le minacce quotidiane dovute ai bombardamenti e agli attacchi, continuano a lavorare senza sosta per fornire tutti gli aiuti possibili.
Per evitare però l’aggravarsi della catastrofe umanitaria e l’escalation del conflitto, è necessario un intervento della comunità internazionale che sia in grado di andare oltre i tentativi già falliti di negoziare una soluzione duratura. Nonostante la trattativa sia estremamente complicata, per garantire la sicurezza, l’accesso a cure essenziali e il rispetto dei diritti umani fondamentali per la popolazione della Striscia di Gaza è urgente una prospettiva di pace che metta fine alla guerra.
Purtroppo, il livello maggiore di violenza e distruzione rispetto alle precedenti operazioni militari israeliane nella Striscia e l’impossibilità di intervento diretto in campo da parte delle Nazioni Unite, la possibilità di avviare trattative dirette tra le parti per una soluzione del conflitto o un temporaneo cessate il fuoco sembra al momento purtroppo lontana.