Una giovane escort si è rivolta ai carabinieri per liberarsi di un cliente che ha perso la testa per lei e ha iniziato a tormentarla di attenzioni. Dopo la denuncia per atti persecutori, le misure di protezione messe in campo dai militari dell’Arma hanno permesso di evitare il peggio: lo stalker è stato arrestato mentre stava cercando la ragazza in tutti i posti da lei frequentati abitualmente, armato di coltello a serramanico.
Un 65enne della zona di Pietrasanta si è invaghito di una escort conosciuta su un sito di incontri, solo che l’amore non era corrisposto, per questo ha continuato ad usufruire delle prestazioni professionali della ragazza, però in realtà voleva ottenere da lei molto di più. A lungo andare, quella conoscenza è diventata assillante e molesta, fino alla denuncia per stalking che la vittima ha presentato ai carabinieri di Carrara al comando del Maggiore Cristiano Marella.
L’uomo ha perso la testa al punto da pretendere che la ragazza si tenesse alla larga dagli altri clienti per incontrare soltanto lui, poi era solito andare su tutte le furie quando saltava un appuntamento, soprattutto non l’ha lasciata in pace nemmeno quando lei ha smesso di fare la escort, nel momento in cui ha trovato un lavoro dignitoso e una relazione sentimentale stabile.
La vittima ha raccontato che da quando aveva conosciuto quell’uomo, le erano capitate una serie di disavventure “misteriose” che l’avevano insospettita, fra cui l’incendio dell’abitazione dove abitava a Marina di Massa e poi, qualche settimana dopo, la sparizione del telefonino cellulare che lei utilizzava per fissare gli appuntamenti con i clienti, inoltre più di una volta aveva avuto la sensazione di essere perennemente controllata, visto che lui si era spacciato per un appartenente alle Forze dell’Ordine e quindi le aveva anche fatto credere di poter sapere tante cose di lei e della sua vita privata. La 25enne si è poi sentita ancora più perseguitata quando ha scoperto che qualcuno stava continuando ad usare lo stesso numero che le era stato rubato per inviare messaggi minacciosi a molti contatti che erano memorizzati su quel telefonino, fra cui il datore di lavoro che da pochi giorni l’aveva assunta.
Quest’ultimo, titolare di un bar della zona, negli ultimi tempi era finito nel mirino dello stalker che aveva pure scattato delle fotografie al locale per dimostrare alla vittima che aveva scoperto il suo posto di lavoro. Alla fine, tutti quegli atti persecutori intrusivi e violenti hanno destabilizzato la serenità e l’equilibrio psicologico della 25enne, che è stata costretta a modificare le proprie abitudini di vita per la paura che quell’uomo potesse farle del male oppure prendersela con le altre persone a lei vicine, visto che le aveva anche fatto vedere armi e altri oggetti pericolosi che aveva in casa sua, compreso un machete.
L’epilogo della vicenda risale a pochi giorni fa, quando il 65enne, dopo l’ennesimo rifiuto della ragazza che non voleva assolutamente incontrarlo,ha raggiunto Carrara in auto e ha cominciato a cercarla in tutti i posti da lei abitualmente frequentati, compreso il posto di lavoro e la casa del fidanzato,minacciandola per telefono che se non si fosse fatta viva all’istante avrebbe rivelato a tutti il modo in cui “arrotondava”.
Questa volta, però, dietro di lui c’erano i carabinieri, che intuite le cattive intenzioni dell’uomo lo stavano tenendo sotto controllo e quasi certamente il loro intervento è servito a salvare la vita alla ragazza. Il 65enne, infatti, quando è stato fermato sotto l’abitazione del fidanzato della giovane, aveva addosso un coltello a serramanico con 30 centimetri di lama. A casa sua i militari dell’Arma hanno trovato anche un fucile e varie munizioni illecitamente detenute, nonché uno storditore elettrico(un dispositivo simili al taser cheemette scariche elettriche ad altissimo voltaggio).
Come se non bastasse, durante la perquisizione è stato trovato anche un portagioie con dentro alcuni gioielli della ragazza che lei riteneva fossero andati in fumo durante l’incendio che le aveva distrutto la camera da letto, per il quale all’epoca nessuno era riuscito a fare chiarezza.
L’uomo è stato quindi arrestato e portato in carcere con l’accusa di “atti persecutori aggravati dall’uso delle armi”. Nel corso dell’udienza di convalida dell’arresto si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il giudice, che ha passato in rassegna tutti gli elementi emersi nel corso della delicatissima indagine, ha disposto la custodia cautelare in carcere.
Si precisa che il procedimento è nella fase delle indagini preliminari, per cui l’indagato è da ritenersi innocente fino a sentenza definitiva.