Avevamo parlato pochi giorni fa della storia di Malika, 22enne toscana cacciata di casa per la “colpa” di essere lesbica. Nella puntata di ieri de “Le Iene”, l’inviata del programma è riuscita a mettersi in contatto con il fratello della ragazza, dopo aver tentato, senza riuscirci, di parlare con i genitori. Samir, questo il nome del giovane, ha fatto alcune dichiarazioni molto forti che hanno rafforzato l’ipotesi di un totale distacco ormai insanabile tra Malika e la sua famiglia.
“Io non prendo le parti di una persona che fa schifo. Dammi una coltellata, rubami la roba in casa, io un domani ti riparlerò. Ma non mandarmi i carabinieri a casa”.
“Ci doveva riflettere molto bene. Questa reazione da parte dei miei, lei la conosceva nei minimi dettagli. È una cosa che andrà avanti per anni. Ci vorranno anni prima di mettersi tutti e quattro a tavola e mangiare un boccone insieme. La prima cosa che mia mamma mi ha detto è stata “per la droga c’è la cura, per questo no”, loro la reputano proprio una malattia”.
Mentre in molti hanno preso le parti di Malika e l’hanno difesa anche fattivamente, è la famiglia stessa a non volerne più sapere di lei, tanto da volerla totalmente disconoscere. “Le hanno tolto la residenza e quindi lei è senza fissa dimora e in più è disconosciuta – ha aggiunto Samir -, come se la mia mamma non l’avesse mai partorita. La residenza gliel’hanno tolta tre giorni fa in Comune e per il disconoscimento hanno fatto la richiesta. Sicuramente non la cancellerò, i miei non lo so”.
Dal canto suo, la giovane pensa ad un futuro pieno di possibilità, lontano da quel luogo che ora non è più nemmeno casa sua, “Sono loro ad aver bisogno di aiuto – ha detto rivolta ai genitori -. Non tornerei da loro, però li perdonerei”.