Eugenio Giani affronta il primo pesante grattacapo del suo nuovo mandato come presidente di regione. A far scoppiare il caso è stato quanto accaduto a Cristina Manetti, ex capo di Gabinetto e oggi assessore nella nuova Giunta toscana, ovvero il ritiro della patente avvenuto proprio il giorno della vittoria nelle regionali, lo scorso 13 ottobre 2025.
Fermata da una pattuglia della Polizia Stradale di Montecatini Terme, mentre “circolava lungo la carreggiata est dell’A11 in corsia di emergenza al fine di eludere la coda”, Manetti fu poi accompagnata da Giani stesso in prefettura per chiarire l’accaduto e informarsi circa la possibilità di presentare ricorso.
“I cittadini che commettono violazioni al codice della strada, ricorrono all’avvocato, non al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, come ha invece fatto l’attuale assessore alla Cultura Cristina Manetti. Ed il governatore, fatto molto grave, non solo si è prestato ad andare in ‘soccorso’ dell’allora proprio capo di gabinetto, ma anche ad accompagnarla in Prefettura, come si apprende dalla risposta del ministero dell’Interno all’interrogazione della collega Chiara La Porta, che ha il merito di aver fatto luce su una vicenda dai contorni opachi e ancora tutta da comprendere”, scrive, in una nota, il deputato e vice coordinatore regionale toscano di Fratelli d’Italia Francesco Michelotti.
“Restano dubbi sul motivo per il quale Giani e Manetti siano andati dal Prefetto di Firenze, a chiedere cosa, dato che il percorso amministrativo di una violazione ha tempi specifici. Non vogliamo davvero pensare che il governatore della Toscana abbia tentato di sfruttare il proprio ruolo, cercando chissà quale scorciatoia. Evidentemente Giani, di lavoro, fa anche l’avvocato. Noi non lo sapevamo e neppure i cittadini toscani. Ed è a loro che deve dare spiegazioni, riguardo ad una propria azione inopportuna, perché, al momento – conclude Michelotti -, sta dimostrando di non avere la giusta postura istituzionale.”
